E quando ci si mette anche la sfortuna in un anno da dimenticare, allora vuol proprio dire che la via crucis è ancora lunga e dolorosa. Storie di vita, storie di calciatori in cui il destino si accanisce contro senza lasciarti un attimo di respiro. Paul Pogba è uno di quei casi eclatanti in cui non capisci se un certo destino è dettato da un qualcosa di inspiegabile, oppure quella spiegazione la trovi in parte su certi errori che tu stesso hai fatto nel non farti operare quando agli albori si era manifestato chiaramente un problema al ginocchio da risolvere soltanto attraverso l’operazione chirurgica. E ricordiamo ancora a inizio stagione l’entusiasmo dei tifosi per un ritorno eccellente in casa della Vecchia Signora. Poi l’infortunio negli USA e il lungo calvario che gli ha fatto saltare tutta la prima parte di stagione. A Febbraio l’esordio nel derby con il Torino, ma prima degli ottavi di Europa League il ritardo in ritiro e la mancata convocazione di Allegri. Poi il problema muscolare e un altro stop. Infine il nuovo infortunio con la Cremonese – lesione di basso grado del retto femorale della coscia sinistra – in cui con la grande speranza di ricominciare si spegne in lacrime una stagione che per Paul Pogba è stata un vero e proprio calvario. E in tutto questo, così come dicevamo pocanzi, come si fa a dire quanto di responsabilità ci sia a suo carico e quanto, invece, è attribuibile a un destino che gli ha precluso la continuità di sentirsi calciatore di alto livello. In verità, basandoci su quanto riferiva la cronaca dei tabloid inglesi nei suoi ultimi anni passati nelle fila del Manchester United, Pogba ha accusato spesso problemi muscolari e infortuni vari che lo hanno tenuto lontano dai titolari. C’era dunque un campanello d’allarme che squillava ininterrottamente, ma nessuno in casa Juventus l’ha voluto ascoltare, quasi fosse un distrarre la voglia del calciatore di desiderare di ritornare dopo sei anni a furor di popolo nella Juventus. E in effetti l’entusiasmo è stato tanto sia da parte della dirigenza dell’anno scorso che l’ha fatto ritornare a Torino a parametro zero, che dei tifosi che hanno ricominciato a sognare ad occhi aperti, visti anche gli arrivi di Di Maria, a parametro zero, Paredes, in prestito con diritto di riscatto e Milik con la formula del prestito oneroso di 800.000 Euro. Purtroppo, tutto questo si è rivelato fumo negli occhi. Scelte sbagliate, destini ingrati e calvari societari hanno fatto sì che la stagione 2022 – ’23 della Juventus fosse una delle più ingrate della sua lunga e gloriosa storia. E quella di Pogba si unisce ad un umano che lascia pensare ad una storia che, pur senza il facile giudizio del senno di poi che rende tutto più facile, ci si poteva fermare un attimo per riflettere che, comunque, sei anni erano passati da quell’ultima volta in cui Paul ha vestito la maglia bianconera. E’ come dire che nulla è per sempre e anche se il giocatore tecnicamente non si discute, resta impensabile che ci si sia illusi in un giocatore capace di affrontare tutte le partite a livello della sua grande fama. Comunque, a parte ogni considerazione di questo genere, resta pur sempre il lato umano e le lacrime versate da Pogba che sono la sintesi di uno stato d’animo depresso dopo le tante risalite, cadute e rialzate che lo hanno tormentato. Dispiace, davvero dispiace tanto. Tuttavia, ancora oggi ci chiediamo cosa sarebbe stato se il francese avesse acconsentito all’operazione al momento opportuno. Nessuno potrà mai dircelo. Possiamo solo dire che è andata così e, come tale, resta opportuno accettare il momento. E il futuro di Pogba? Resterà alla Juve, ma in estate dovrà rinunciare alle vacanze per una preparazione progressiva sulla parte fisica, muscolare, articolare e, non dimentichiamola, anche psicologica. Il giocatore è da recuperare in toto.
Salvino Cavallaro