L’Avv. Monica Bambara racconta il suo forte rapporto affettivo che la lega a Milazzo

 

E’ nata a Milazzo ma fin da piccola risiede a Catania, là dove oggi esercita la professione di avvocato presso uno dei più importanti e qualificati studi della città etnea. Tuttavia, Monica Bambara è molto legata da sempre alla città che le ha dato i natali. Un rapporto molto profondo di affettività, capace di farle raggiungere il senso di benessere fisico e mentale, quando ritorna a Milazzo e vive lunghi momenti sulla spiaggia di Ponente, per riconciliarsi con la natura e le meravigliose sfumature cromatiche regalate dai tramonti che mozzano il fiato. Nel corso di questa intervista, non so perché, ho più volte pensato al romanzo di Cesare Pavese intitolato La luna e i falò”, in cui l’autore affronta il grande tema del ritorno alle radici. Un viaggio alle origini fra cose immutabili e cambiamenti epocali. Un sentimento che mette in atto cuore e mente, passione e razionalità. Ed è proprio quello che si evince in questa narrazione che dà l’idea di un lungo cordone ombelicale mai reciso, in cui mette in evidenza il sentire di Monica Bambara verso Milazzo “che mi libera il pensiero e la mente e ogni tanto mi consente di tirare un respiro di sollievo e mi aiuta a ricominciare”. Parole dette con ragionevolezza, anche se non capisci mai veramente qual è il sottile passaggio tra cuore e mente, tra emozione e consapevolezza di star bene e sentirsi rilassati nel luogo in cui sei nata e ami profondamente. Per Monica, Milazzo non è solo terapeutica, ma è quel tanto altro che si racchiude in momenti di profondità del suo sentire. E’ quella Milazzo che lei ama fotografare, filmare, in tutti i suoi vari attimi della giornata in cui si trova in vacanza. Che poi sono sempre le stesse immagini, gli stessi momenti, gli stessi sguardi e volti che fanno trasparire il trascorrere degli anni. Ma per Monica Bambara, l’Avvocato proveniente da Catania, è come se fosse la prima volta. E se non è amore questo…..        

Monica, quanto contano le proprie radici nel sentire forte l’attrazione verso il luogo in cui si è nati?
Radici, nel mio sentire, è sinonimo di appartenenza ad un luogo e al complesso di elementi e alle persone che di quel luogo fanno partedalle quali deriviamo e che, pertanto, a prescindere da ogni nostra volontà e consapevolezza, sono dentro di noi, rappresentano un nostro componente, connotandoci e accompagnandoci durante l’intera nostra esistenza. Guardare il luogo da cui discendiamo è come guardarsi davanti ad uno specchio. Dà la percezione di chi siamo, dell’esistere.

Cos’è Milazzo per te?
”La risposta si ricollega in parte alla precedente domanda.  Qui affondano le mie radici, sia materne che paterne, quindi posso dire che il mio essere umano trova qui la propria origine, il proprio nucleo primigenio, la propria identità. Ma a prescindere da questo aspetto, Milazzo, grazie alla sua conformazione territoriale, ai suoi profondi orizzonti, al mare che l’avvolge da ogni parte, è un luogo che mi libera il pensiero e la mente, che, diciamo, ogni tanto mi consente di tirare un respiro e mi aiuta a ricominciare….

Tu sei residente a Catania fin da bambina. Oggi, tra gli impegni di lavoro e altro, è vero che vivi il tuo inverno al pensiero di ritornare d’estate a Milazzo?
Diciamo che vivo l’inverno con un pensiero rivolto sempre al mare, in generale. Sebbene Catania sia una città sul mare comunque chiaramente lì vivo una condizione quotidiana diversa, con ritmi diversi e il mare non è ad un passo come invece a Milazzo. Il pensiero di ritornare d’estate a Milazzo è quindi soprattutto permeato dal desiderio di godere di un po’ di sospensione da certi impegni, ansie, responsabilità…insomma dal desiderio di avere quale unico problema la sceltaal mattino, del costume da indossare e del punto in spiaggia dove trovare comoda sistemazione. Non ho molte pretese. Non mi interessano le vacanze “fighe”.

Mettendo da parte per un attimo il tuo trasporto emotivo, dal punto di vista razionale in che cosa potrebbe migliorare la città di Milazzo?
“Sarebbe meglio dire “dovrebbe”. Sembrerà banale ma dovrebbe potenziare quello che ha già, cioè la propria posizione e la propria conformazione geologica, seppure oramai fortemente condizionati dalla presenza di un polo petrolchimico ineliminabile. Quantomeno la parte della riviera di ponente, che meno risente dell’impatto industriale e che è favorita dal meraviglioso panorama delle isole Eolie che le si staglia di fronte, meriterebbe una migliore strutturazione e un adeguato sfruttamento turistico eco sostenibile.

E poi hai tanto nel cuore il tramonto che spesso ritrai in filmati e fotografie bellissime. In quei momenti sei presa da mille pensieri presumo romantici. Quali?
Più che pensieri romantici in senso stretto quelle immagini mi danno un forte senso di libertà e, al contempo, di serenità e appagamento. In breve: mi calmano dentro.

So che il tuo poeta preferito è Giacomo Leopardi. In cosa ti rivedi nella sua poesia?
“Non credo sia un caso che abbia sempre amato questo poeta. Al di là della facile retorica che lo ha sempre marchiato negativamente, nella lirica di Leopardi è presente una spiccata aspirazione verso la libertà e la forza preponderante dell’immaginazione come strumento per il raggiungimento della libertà medesima. La poesia l’Infinito racchiude tutto questo: la “siepe che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude” è la consapevolezza del limite come condizione umana ma anche simbolo della forza dell’individuo nel tentare di superarlo per essere libero. Ogni giorno, come tutti credo, sono costretta a confrontarmi con i miei limiti e ogni giorno mi impegno fortemente per valicarli.

Qual è il tuo ricordo più bello, legato alla tua Milazzo?
“Sono tanti e ogni anno si rinnovano associandosi ai precedenti. Ricordo con molto piacere i primi bagnetti nel mare di Milazzo dei miei nipoti che qui hanno imparato a nuotare e, da ultimo, la festa del mio cinquantesimo compleanno tenutasi l’anno scorso nella cornice del Tono. Mi è rimasta nel cuore.

Esercitare la professione di avvocato, pregiudica anche una certa razionalità nello sviluppo delle pratiche legali strettamente collegate alla materia di diritto. Come può una professione come la tua, dare spazio ai sentimenti nella vita privata. Non c’è una sorta di deformazione professionale?
“L’approccio razionale ad un mestiere o ad una professione credo sia doveroso, quale essa sia. Per quanto riguarda la mia professione, diversamente da quello che impropriamente si crede, la razionalità è da intendersi più propriamente come necessità di accedere ad un uso ragionato dei fatti su cui poi sapere conformare la più appropriata tesi in diritto ma sempre avendo come faro l’uso onesto, leale e rispettoso dello strumento processuale e dei suoi protagonisti. Non siamo aridi operatori e il cuore lo mettiamo anche lì ogni giorno provando sentimenti fortissimi. Ho pianto molto poco tempo fa alla lettura di una sentenza favorevole per il cliente all’esito di un processo problematico e assai doloroso sotto il profilo umano e ancora oggi mi porto dentro quella sensazione, mista, di gioia e dolore. Per il resto non ho mai apprezzato chi nella propria vita cerca disperatamente qualcuno o qualcosa, quasi fosse un obbligo. Credo sia preferibile essere liberi di scegliere, quale che sia il mestiere svolto.

Per finire Monica. Pensi che un giorno molto lontano potrai pensare di trasferirti definitivamente a Milazzo, oppure questo luogo che hai nel cuore rimarrà per sempre un amore estivo?“Sono abituata a vivere pensando solo a domani o a dopodomani…o, al massimo, alla prossima estate.

Salvino Cavallaro

(Foto di Monica Bambara)

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