Tante volte ho pensato come un giovane calciatore alle prese con il successo, con le luci abbaglianti che ti seguono ovunque tu vada, con le donne, le macchine, la ricchezza e il denaro, tanto denaro da far girare la testa, possano non avere un peso determinante sulla propria psiche e su tutto ciò che rientra nell’interiorità della persona. In tanti anni che mi occupo di calcio ho visto tanti casi di calciatori attaccanti che ad un certo punto si sono bloccati, non hanno più fatto gol, e, si sa, quanto quel pallone in rete sia vitamina per l’autostima del calciatore ma soprattutto per la persona, dentro e fuori dal campo. Dusan Vlahovic è l’ultimo di questi casi – anche se non sarà certamente l’ultimo a cadere nella depressione di non segnare. Il serbo è in chiara difficoltà, Allegri lo difende e la Juve con i suoi tifosi lo aspettano pazientemente. 31 presenze, 11 reti e 80 milioni che pesano sulla sua testa come un macigno. 80 milioni di euro è la cifra che la Juventus ha pagato alla Fiorentina affinché il ragazzo di belle speranze e con un curriculum di gol fatti che erano la garanzia di successo si trasferisse a Torino, la città sabauda che nonostante la sua antica discrezione lo accoglie tra i clamori di parte bianconera. Tuttavia, quella consacrazione tanto pensata come certa non è ancora arrivata. Sì, perché Dusan, il ragazzo serbo venuto alla Juve con l’idea di laurearsi campione a tutti gli effetti, adesso è in crisi e appare sfiduciato, quasi spaesato, e cancella perfino il suo profilo Instagram. Nel 2023 il ragazzo ha segnato soltanto 4 reti – doppietta con la Salernitana e i gol con il Nantes e Friburgo. Poi è letteralmente sparito dai radar. Chi l’ha visto? E allora, volendo andare a fondo al problema, mi piace fare un’unica analisi che si traduce in due versioni: una tecnica e una umana. Partendo dal punto di vista tecnico, penso che Dusan Vlahovic non possieda grandi mezzi tecnici. Ha difficoltà a stoppare il pallone, non lo domina come dovrebbe un calciatore del suo livello, ma possiede una grande forza fisica nel rincorrere il pallone quando questo gli viene lanciato in profondità. Possiede un buon colpo di testa e in area si arrovella, sgomita ed è molto attento a chi lo marca stretto. Tuttavia, la sua esuberanza lo porta spesso a sbagliare le cose più semplici, proprio perché manca di quella freddezza che un bomber deve avere nel suo DNA. Troppa foga, troppa irruenza, troppa corsa a vuoto lo penalizzano e lo portano a sbagliare oltre il dovuto. E’ un ragazzo che somatizza troppo ogni emozione in campo, che sia essa positiva o negativa. E non può essere solo un problema attribuibile al modulo di gioco della Juventus e, tanto meno, ai compagni di squadra che non lo mettono in condizione di fare gol. No, non può essere solo questo. E’ un alibi, anche se, in realtà, una parte di verità c’è anche in questo. Dal punto di vista umano, invece, c’è da dire che il ragazzo è caduto in uno stato di mancanza di autostima, ha paura di sbagliare e sbaglia. Avverte troppo gli sguardi puntati sempre su di lui e, probabilmente, gli manca quella serenità che lo aiuterebbe a ricominciare a fare quello che sa fare: i gol che tutti aspettano. Sono momenti nella vita che accadono, che umanizzano, che vanno oltre la pochezza qualunquistica di dare giudizi affrettati, superficiali, che si riferiscono alla ricchezza, all’abbaglio dei riflettori che, si pensa, ti diano tutto. Proprio tutto quello che gli altri comuni mortali non hanno. Ma non è così, perché l’umano, la persona è sempre al centro di ogni cosa, senza se e senza ma. Ci perdonino coloro i quali non la pensano così. Ai tifosi, alla società, agli addetti ai lavori che da lui pretendono i gol che non arrivano. Il ragazzo ha bisogno di essere aiutato, aspettato. Lui soffre questo momento più di chi gli dà colpe anche per una Juventus che talora perde perché mancano i suoi gol. Se è vero che prima di arrivare alla Juve Dusan era il campione che segnava caterve di gol, adesso non è certo diventato quella ciofeca che tutti dipingono come abbaglio preso dalla Juventus che ha buttato dalla finestra 80 milioni. Non è così! Si tratti il caso con il dovuto rispetto e vedrete che quel vento contrario che soffia impetuoso contro Dusan Vlahovic, il ragazzo serbo venuto da lontano, farà cambiare tutto. Bastano i gol che sono tutto nel calcio. Arriveranno!
Salvino Cavallaro