Il Presidente della Socialdemocrazia- SD, Dino Madaudo, ha richiesto un incontro con il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani per discutere della paventata ipotesi della privatizzazione degli aeroporti siciliani.
Caro Presidente,
il sottoscritto, a nome del partito Socialdemocrazia – SD, ti ha chiesto un incontro attraverso la tua segreteria. Come
sai, il sottoscritto ha rappresentato i cittadini siciliani per alcune legislature ed è buona norma e costume rispondere agli ex deputati, anche perché presto o tardi tutti i parlamentari concludono la loro esperienza e cercano di dare il proprio contributo su questioni che hanno lungamente trattato nel corso dei loro mandati.
Contrariamente al costume, il sottoscritto ha chiesto un appuntamento e la tua segreteria non ha ritenuto nemmeno di contattarmi per un eventuale, irrituale diniego.
Mi premeva spiegarti le ragioni che sconsigliano fortemente la privatizzazione degli aeroporti siciliani. Siamo un’isola, e questo sono certo che non ti sia sfuggito. Per partire ed arrivare in Sicilia bisogna passare dagli aeroporti. Privatizzare gli aeroporti significa privatizzare la vera porta d’accesso e di uscita della nostra isola. Non vale certo il ragionamento che privato è bello perché, nel caso di monopoli, pubblico e privato si assomigliano. La letteratura economica parla degli aeroporti come dei monopoli naturali. In Sicilia sono dei monopoli certi, ovvero fonti di reddito sicure. Anche per questo non ha alcun senso privatizzare una fonte di reddito certa che potrebbe procurare le risorse per nuovi investimenti.
Non ti sarà sfuggito che stiamo per investire più di trecento milioni di fondi pubblici per l’aeroporto di Catania e quasi il doppio per il sistema aeroportuale siciliano, complessivamente, che consta di ben sei aerostazioni.
Il nostro compito è quello di gestire e fare gestire bene il patrimonio pubblico, non pubblicizzare i costi e privatizzare i profitti.
Credo che siano temi e argomenti importanti. Ti preannuncio che il nostro partito si impegnerà a fondo per rendere noto a tutti i siciliani che questo governo sul punto si appresta a perpetrare un furto della proprietà pubblica e cioè dalle tasche di ogni siciliano, oltre che incidere pesantemente sulla nostra autonomia e libertà di siciliani.
Concludo questa lettera con dei cordiali saluti. Cordialità mia, unita a tanto dispiacere per questa inutile e inusitata scortesia che mi auguro dipenda da un’inefficienza della tua segreteria.
Nella speranza che così sia e che questo incidente sia superato dal nostro incontro.