Detesto la definizione di “perfetto”. Ma poi esiste davvero la perfezione? No, perché non ci sono al mondo padri perfetti e persone perfette. Chi di noi può vantarsi di esprimere tale figura? Esistono padri attenti, premurosi, responsabili del futuro del proprio figlio. Padri fragili e forti che si interrogano giornalmente se ciò che hanno detto e fatto al proprio figlio, sia valso a costruire una maturazione valida per entrambi. Un processo educativo che sa di dare e avere, in un rapporto che segue fasi evolutive e talora involutive che fanno parte della vita stessa. Camminare insieme con il rispetto reciproco che ogni persona (anche tuo figlio), appartenga a se stesso e non può essere l’emblema di ciò che tu padre avresti voluto essere e non sei stato. E quanti giorni passati davanti allo specchio a domandarsi sei stai svolgendo bene il tuo ruolo di padre, di genitore, che è il mestiere più difficile al mondo! Certo, per tuo figlio aspiri sempre a qualcosa di ambizioso che debba essere inteso come forma altruistica per il bene del suo futuro, della sua vita che sia prodiga di successi. E’ legittimo! Ma tutto ciò non deve essere inteso come egoistico senso di effimera vanità personale, legato a un pensiero in cui la coscienza ti suggerisce che hai saputo seguire le regole del buon papà. Essere papà significa ricordarsi di esserlo sempre, non solo nella caramellosa giornata del 19 marzo. Troppo facile sarebbe stato girasi dall’altra parte, quando quei primi vagiti o quei pianti disperati fatti nel cuore della notte, ti hanno interrotto il riposo necessario per essere in forma e pronto per il lavoro del mattino seguente. E invece è proprio lì che comincia il tuo lavoro consolatorio di papà, che corre in aiuto a mamma per non lasciarla sola. Camminare insieme per mano e crescere. Senza stancarsi mai, anche quando nei momenti più difficili speri sempre che tuo figlio cresca in fretta per non essere disturbato nel riposo notturno. E’ l’imperdonabile errore dettato dallo sfinimento personale, perché un giorno invecchierai e avrai perso l’attimo di assaporare quei momenti di tenerezza, che col tempo si tramuteranno in altri pensieri apportatrici di ansia e timori per la sua sana crescita. E poi la scuola, lo studio, lo sport e l’occhio attento che vigila ma non stressa, non soffoca ma responsabilizza. Il proseguire degli studi si fa elemento basilare per il futuro, mentre l’ambizione di aver acquisito la patente di guida ha pure il sapore di sentirsi grande e autonomo. Poi, nel giorno della laurea, c’è l’emozione che si interseca al pensiero che il primo percorso di vita è stato tracciato, mentre lo sguardo si protrae verso il futuro sempre così ammantato di incertezza. Sarà quel che sarà figlio mio – ma una cosa è certa – fino ad oggi abbiamo camminato insieme raggiungendo il nostro piccolo traguardo. E’ il tuo papà imperfetto per un figlio tanto caro. Insieme siamo il frutto di ieri, di oggi e di domani.
Salvino Cavallaro