E’ il tema del giorno, quello che mediaticamente è in essere dall’inizio del secolo e forse anche prima: La strage dei migranti, una crisi umanitaria mai risolta. Ferite che si sono infiltrate nell’anima di tutti, tranne che per l’Unione Europea e la conseguente politica sempre lontana anni luce dall’umano sentire per chissà quali interessi di parte. Ferite mai rimarginate che ogni qualvolta siamo qui a descrivere le stragi di migranti, di persone che non sono numeri e come tale si ha il dovere di aiutare, ascoltare, essere vicini, ci si allontana come se la cosa non ci riguardasse. E si ha un bel dire quando si afferma che bisognerebbe fare di tutto per farli stare a casa loro, quando con questa astrusa e qualunquistica frase non ci si domandi cosa ci sia davvero dentro questa assoluta esigenza di emigrare. Si emigra per la guerra, si emigra per sfuggire alla miseria, alla povertà, alla mancanza di presente e futuro, si emigra lasciando alle spalle le proprie radici, la propria storia, la propria terra amara, gli amici, la gente che ha condiviso con te i dolori di uno stato dal regime totalitario dove l’imposizione del non vivere che è regnante, si traduce in oppressione. E tutto questo vorrebbe dire farli stare a casa propria? Ma dov’è il significato di vicinanza, di aiuto, di umanità, se per fuggire ci si dà in pasto a sciacalli, ladri di speranza, di illusione senza ritorno? E quando si è fortunati ad attraversare quel mare in tempesta in fatiscenti barconi scassati di umanità, ti trovi chi non ti apre la porta e te la sbatte pure in faccia, senza neanche avere la possibilità di fargli mettere i piedi a terra. Una situazione inumana che parte dall’indolenza dell’UE e si propaga a macchia d’olio con aridi sentimenti egoistici tra la gente, tra tutti noi che guardiamo e coltiviamo sempre il nostro angolo senza preoccuparci di chi sta peggio. In questi giorni abbiamo letto che l’artista Harry Greb ha disegnato un bellissimo murales in quella caratteristica zona di Roma che è l’antica Trastevere. Si intitola – “Why not?” PERCHE’ NO? – il murales che rappresenta Gesù Cristo che indossa la bandiera dell’UE e regge un barcone pieno di migranti. Che straordinaria idea, che meraviglioso pensiero di grande bellezza d’animo artistico, ma soprattutto di sensibilità che coinvolge empaticamente l’universo e la sua umanità. “Dovremmo accogliere, condividere, aiutare chi ha bisogno” – ha commentato l’artista – “non girarci dall’altra parte e oltretutto fare leggi che ostacolano chi salva vite in mare. Dietro tutto ciò c’è disperazione, sopravvivenza, diritto alla vita. Perché l’Europa non si occupa seriamente del fenomeno migratorio?…..perché no?”. Già, PERCHE’ NO?
Salvino Cavallaro