Non è un quadro incoraggiante e sul quale occorre avviare un ragionamento in termini di azioni da intraprendere per sbloccare una situazione di stallo. È quanto emerge dai dati diffusi dall’Uffficio di statistica dell’ente camerale in cui la creduta nella provincia di Messina è pari allo 0,39 annuo, una crescita lenta, troppo, che nel 2022 risulta ancora più bassa rispetto al 2021. A fronte di 2.400 nuove iscrizioni (nel 2021, sono state 2.604), sono state denunciate 1.996 cessazioni (nel 2021, 1.943), che hanno portato lo stock complessivo di imprese a 63.875 (nel 2021, 63.471). Ne risentono tutti i settori, ma ancora di più il commercio. A seguire, attività di ristorazione, alloggio, attività manifatturiere, agricoltura, silvicoltura e pesca. Ha una visione chiara de fenomeno Paola Sabella segretario generale della Camera di Commercio di Messina: “Lo tsunami provocato dalla pandemia si è abbattuto su un’economia già statica e asfittica ha dichiarato Sabella. Inoltre a poco vale qualche segnale di crescita che va poi a scomparire se si valutano i dati di crescita nazionale con quelli provinciali messinesi che a poco contribuiscono a determinare segnali incoraggianti.