Non ci sono parole per significare i brividi, le emozioni, i momenti canori che si sono intersecati alla musica, alla scena, ai colori e alle luci di un palco dell’Ariston di Sanremo che è sempre vestito a festa ed è davvero unico. La quarta serata riservata alle cover è stata rievocativa di testi, musiche e artisti immortali che sono il vanto dell’arte italiana nel grande panorama mondiale delle sette note. Altissimi gli ascolti di Rai1 che conta il 66,5% di share, mai così in alto dal 1987. Una marcia trionfale che Amadeus sottolinea sempre con legittimo orgoglio come il più alto dall’arrivo dell’Auditel. E la quarta serata, in particolare, è stata seguita da una media di 11.121.000 spettatori con ben sei punti in più rispetto all’anno scorso. Una serata davvero magica che ha visto trionfare al primo posto Marco Mengoni, il quale ha interpretato Let it be insieme al Kingdom Choir. Al secondo posto si è classificato Ultimo che ha cantato assieme a Eros Ramazzotti, mentre Lazza con Emma e Laura Marzadori si sono classificati al terzo posto. Poi, a seguire, Giorgia protagonista con il duetto cantato con Elisa e da Mr. Rain accompagnato da Fasma. Ma a prescindere dalla classifica di questa sera che comunque concorre ad ottenere dei punti sulla classifica generale, c’è da mettere in rilievo la qualità delle interpretazioni capaci di soddisfare anche i più esigenti e raffinati gusti della canzone. 28 brani, tanti quanti sono i cantanti in gara quest’anno al Festival di Sanremo, sono stati scelti con cura dagli stessi interpreti che hanno scelto i propri illustri accompagnatori canori. Così si inizia con l’omaggio a Franco Battiato interpretato da Ariete e Sangiovanni e poi via verso un sempre più ricco racconto emozionale di artisti che cantano l’immortale, tra sguardi e ugole che si alternano, si incrociano e poi si uniscono nell’enfasi straordinaria di stili che fanno capolino a gusti diversi. E’ stato come leggere un libro carico di testi e musiche che in certi momenti ci hanno pure trascinato nel nostro passato, facendoci anche ricordare come gli anni sono trascorsi velocemente senza quasi accorgercene. E’ quella forma romantica che si risveglia in noi non appena avvertiamo le prime note di una canzone che ci ha accompagnato in certi momenti della nostra vita, la quale si riflette in schegge di gioventù legata a momenti e attimi racchiusinei cassetti della nostra anima. E questo non può fare altro che addolcire il sentimento di tutto ciò che si delinea come ricordo della nostra vita. E’ la forza di una canzone, di un cantante che ricordi con i capelli scuri, la pelle del viso liscia e senza rughe, lo sguardo pieno di gioventù che guardava il futuro con entusiasmo, mentre adesso lo rivedi invecchiato ma sempre capace di trasportarti romanticamente, proprio perché anche noi guardandoci allo specchio ci accorgiamo che siamo cambiati. Ma fa niente, perché quelle note e quelle canzoni le cantiamo ancora oggi in circostanze come queste, restando magari inclusivi alle proposte delle nuove generazioni che rivedono certe splendide canzoni attraverso stili ritmati più moderni, ma senza mai modificare l’essenza di ciò che è ritenuto “sacro” per essere entrato nella storia. Tutto fa parte dell’eterna arte musicale espressa dai grandi autori del nostro Paese. E’ l’orgoglio tutto italiano, che in eventi canori come questi raggiunge il massimo di chi ama il mondo della canzone. E così Michele Zarrillo, Eros Ramazzotti, Emma, Biagio Antonacci, Gianluca Grignani, Arisa, Edoardo Bennato, Fedez, Elisa, Carla Bruni, i Kingdom Choir, Manuel Agnelli, Modà, Noemi e tanti altri interpreti che hanno duettato con i cantanti in gara di quest’anno, ci hanno fatto rivivere emozionanti momenti di vita. Dunque, viva Sanremo con le sue polemiche, lo spettegolare dietro le quinte con annesse gelosie e invidie personali, ma con tutta la voglia di vivere il nostro tempo di musiche, di testi e di ascolto in un mondo che cambia repentinamente.
Salvino Cavallaro