E’ la constatazione dello stato di abbandono da parte di chi deve salvaguardare la preziosità architettonica e culturale della città di Milazzo. I reiterati atti vandalici registrati negli ultimi decenni nella città mamertina, lasciano pensare a un’urgenza di controllo dei beni culturali che sono il vanto e la storia di una Milazzo che ha assoluto bisogno di intervenire con determinazione, scoraggiando i reiterati e nefasti atti delinquenziali. Non è possibile darla vinta passivamente e senza alcun deterrente a coloro i quali, nonostante gli interventi di conservazione e restauro su importanti beni culturali della città, si debba assistere a continue, gratuite malefatte di gruppi di incolti senza anima. E’ indegno, è aberrante vedere con quale grettezza si possa mutilare una statua, una scultura o qualsiasi altro bene culturale che solo a guardarlo ti sembra quasi di sciupare. Figuriamoci come si possa invece gratuitamente mozzare teste, occhi, orecchie e bellezze architettoniche che nel loro complesso hanno richiesto anni di cura, di pazienza e di grande passione per l’arte che è e resta il cuore della cultura. Ed è davvero umiliante apprendere che in questi giorni la scultura dell’artista Ettore Giulio Resta – vanto e orgoglio della città di Milazzo – sia stata danneggiata per l’ennesima volta con sprezzante cattiveria. La scultura, che risale al 1990 ed è la Fontana del dio Mela situata nella centralissima Piazza Caio Duilio, rappresenta un bellissimo cavallo bianco, cui immancabilmente gli viene staccato un orecchio con annesse altre mutilazioni di vario genere. Uno scempio perpetrato a danno di un patrimonio che per la storia di Milazzo possiamo definirlo di pregevole contenuto artistico, visto che non è un caso che è stato apposto proprio al centro di Milazzo per dare lustro agli occhi dei turisti. La fontana, arricchita di aquile e cavalli, si riferisce alla Roma Imperiale. La sostituzione della vecchia scultura del dio Mela, cui il maestro Ettore Giulio Resta ha dato un nuovo significato con la sua personalissima arte del fare, continua a suscitare stuzzichevoli e “delittuosi” atti di vero e proprio bieco vandalismo. “Bravate” che devono essere punite, soprattutto per la leggerezza con la quale si fa del male all’anima dell’artista che tutte le sante volte e con ammirevole passione, si dedica al meticoloso restauro che viene immancabilmente reso vano dall’abbruttimento vandalico. Sono scempi che non vorremmo davvero più vedere in una Milazzo che della sua storia e della cultura non ha davvero nulla da invidiare a nessuno. Per questo motivo richiamiamo l’attenzione delle Istituzioni, affinché certi atti di sparuti vandali non vadano ad inficiare la cultura e il riconosciuto rispetto storico culturale di tutta la città mamertina.
Salvino Cavallaro