Sembra passata una vita e invece è trascorsa una settimana dalla notte di Riyadh e da quella Supercoppa Italiana che l’Inter ha vinto meritatamente contro un Milan che dava segnali premonitori di stanchezza fisica e mancanza di lucidità. L’Inter di Inzaghi sembrava essere proiettata attraverso il bel gioco al serio inseguimento del Napoli per la conquista dello scudetto, e in pochi giorni tutto è cambiato quando in campionato ha perso malamente in casa contro l’Empoli. Ma dove sta la verità? Forse, come al solito, il giudizio più vero su questa Inter sta nel mezzo tra l’eccessiva enfasi di quella vittoria in Supercoppa e la cocente delusione che i nerazzurri hanno dato ai propri sostenitori, dopo essere stati sconfitti tra le proprie mura da un Empoli per nulla irresistibile anche se volenteroso a far bene. Rivedendo la situazione delle due squadre milanesi alla luce di un’analisi più approfondita, diremmo che è stata proprio la fragilità del Milan di Pioli a ingigantire le reali potenzialità fisiche e mentali della pazza Inter di Inzaghi. Il Milan che perde con un rotondo 4 a 0 all’Olimpico di Roma contro una Lazio che al confronto sembrava il Real Madrid, ha scoperchiato definitivamente ciò che si era palesato nelle tre partite ultime giocate dai rossoneri. Troppi gol incassati, troppa leggerezza difensiva, mancanza di un buon filtro a centrocampo e un attacco che, spentosi improvvisamente il francese Giroud, anche Leao che vede allontanarsi il rinnovo del suo contratto in scadenza, sembra essersi perso dando spazio al suo puntare l’avversario da solo, come se la squadra non gli appartenesse. C’è un evidente e pericoloso scollamento nella squadra campione d’Italia, capace di enfatizzare in questo momento il gioco di qualsiasi avversario che il diavolo rossonero affronti. E così, dopo le quattro pere incassate malamente dalla Lazio di Sarri, il Milan torna a casa a testa bassa e con la raccomandazione del suo allenatore di parlare meno e lavorare di più per superare questo momento difficile. Ma se la sponda milanista piange, l’altra parte interista di Milano non ride di certo. Troppe storie vengono a galla in una negativa ed evidente mancanza di tranquillità. La situazione di Skriniar, ad esempio, ha finito per stancare tutti, anche il diretto interessato che contro l’Empoli, reo di avere subito due cartellini gialli in soli 15 minuti, si è fatto espellere dall’arbitro in maniera del tutto ingenua. Segno evidente che il ragazzo non è tranquillo e sta già pensando al PSG, in una Parigi che presto sarà la sua prossima città in cui vivrà. E poi c’è Barella che continua a manifestare un plateale nervosismo contro l’arbitro di turno, per ogni fallo fatto a lui o a qualche compagno di squadra. Un fatto davvero negativo per un giocatore che rappresenta l’ossatura importante di centrocampo e attacco di un’Inter che resta orfana di Lukaku e Brozovic, mentre Dumfries sembra sparito dai radar. Insomma l’Inter non riesce a liberarsi dei suoi fantasmi e di quegli atavici problemi che da sempre la caratterizzano in “Pazza Inter”. Amala, dice il suo inno, ma quanta pazienza devono avere i suoi tifosi a non conoscere mai la continuità di gioco e risultati. Il solo Dimarco, Dzeco e LautaroMartinez dimostrano continuità, mentre Bastoni, Calhanoglu, Mkhitaryan vanno a corrente alternata con un Correa che è sempre non pervenuto. Insomma, Simone Inzaghi avrà il suo daffare per ricomporre una squadra che ha bisogno di centrare un filotto di risultati che le consentano di restare in zona Champions, visto che ormai per lo scudetto i giochi sono largamente fatti a favore del Napoli. Dunque, proprio quando Milano sembrava essersi ripresa la sua antica nomea di capitale del calcio italiano, adesso deve fare fronte a una realtà contemporanea che non premia le due sponde di quella “Bela Madunina che te brillet de lontan”.
Salvino Cavallaro