Sì, non ci sono dubbi. Abbiamo aspettato a lungo per definire ormai con certezza che l’espressione di questo Torino è soltanto rappresentata dalla faccia del suo allenatore, dalla rabbia, dalla grinta, dalla determinata irrequietezza emanata ai bordi del campo e poi trasmessa alla sua squadra come fosse l’unica via per raggiungere insieme quell’Europa a lungo inseguita. Sembra quasi che si sia creato un corpo unico, un monolito di intenti in cui il resto si lasci ai margini, quasi insignificanti nell’agglomerato di evanescenti parole che lasciano da parte i fatti. E i fatti, cioè la concretezza del calcio, si manifesta soltanto in campo con la determinazione di dare impulso all’attenta preparazione settimanale che si innesca nell’abbinamento di tre fasi essenziali: quella fisica, tattica e quella mentale. Il Torino di oggi è questo: la squadra, il suo allenatore e poi basta! E partita dopo partita si vedono i risultati. Anche ieri sera al Franchi di Firenze il Toro ha dato prova del suo carattere vincendo con un gol dell’ex atalantino Miranchuk, in un risultato che in casa della viola non accadeva dal lontano 1976. Uno 0 a 1 utilissimo. E adesso il Toro conquista la settima posizione in una classifica rivoluzionata dal declassamento di 15 punti da parte della Juventus. Si comincia a pensare all’Europa? E’ presto per dirlo! Tuttavia, ci sono tutti i presupposti per potere dire che Ivan Juric e la sua squadra metteranno ogni sforzo per poterla raggiungere. Sì, perché si avverte un’identità che prima non c’era e i risultati altalenanti non lasciavano trasparire nulla di concreto. Così dice Juric ai microfoni dei colleghi nel dopo partita:“Il primo tempo è stato eccellente come pericolosità e potevamo fare qualche gol in più perché abbiamo dominato e giocato un bel calcio. Nella ripresa c’è stata sofferenza – ma quella bella, con sacrificio – tutti che danno il massimo e gli attaccanti che aiutano. Abbiamo disputato 4 partite in 10 giorni ed è normale non essere sempre al massimo. Non dipende dal modo di giocare, ma anche dalla tipologia dei giocatori”. E lui, il mister croato Juric, con quello che gli è stato messo a disposizione dalla società sta facendo il massimo. Da apprezzare Miranchuk – “Uno che va lasciato libero e amato” e Ricci “Ha fatto passi da gigante. E’ fantastico” Juric dixit. Dunque, possiamo proprio dire che il popolo granata può sentirsi soddisfatto, almeno sotto il profilo del rispetto della tradizione che mette sempre avanti la sua storia, il cuore e il sudore di una maglia che pesa davvero tanto.
Salvino Cavallaro