Happy New Year. Tempo di auguri, di buoni propositi, di speranze di un futuro migliore. C’era una volta, primo in classifica, l’augurio di buona salute e poi quello di tanta fortuna, la speranza dell’amore eterno, della felicità, o per meglio dire il desiderio di serenità. Oggi al primo posto c’è sempre la speranza della buona salute, ma è sempre più forte il sogno della pace nel mondo. E poi? Poi ci sono tante altre interminabili speranze che partono e arrivano al cuore di chi non ha più un lavoro. E proviamo a immaginare un lettore che scrive: – Caro Babbo Natale, ti scrivo la mia letterina perché vorrei trovare un dono speciale sotto l’albero di Natale. Un LAVORO e la stabilità sociale ed economica del nostro Paese. Poi vorrei che ci fosse la pace tra i popoli. Sì, perché desidererei con tutto il cuore che tu illuminassi la mente ottenebrata di Putin che bombarda e fa la guerra all’Ucraina, uccidendo vecchi e bambini innocenti per l’assurdo potere di ampliare i suoi territori. Come pure vorrei che ti rivolgessi agli integralisti dell’Iran per dirgli di smetterla di creare terrore e uccisioni nel loro paese con la persecuzione alle donne, a quel genere femminile sempre così maltrattato. Le donne hanno un posto importante nel mondo di oggi e anche l’Iran deve capirlo, o almeno provare a comprendere! Tutto è regime, dittatura, sterminio dell’umanità. So che chiederti queste cose ti metterà a disagio. In fondo sei Babbo Natale, non fai i miracoli… – Come cambiano le cose e come diventa sempre più difficile vedere il bicchiere mezzo pieno. Certo, vedere la vita da un’ottica diversa fa parte del carattere di una persona, dalla sua sensibilità, dall’umore dettato dal momento e dall’eterna visione della vita che può essere interpretata da pessimista (realista?) o ottimista (superficiale?). Chissà! E poi ci sono dei dati di fatto inconfutabili che vanno al di là di ciò che determinano certe filosofie di vita personale. Ma la notte del 31 dicembre di ogni anno è doveroso mettere da parte le tristezze vissute nell’anno che sta per finire, pensando giustamente alla speranza di un anno migliore, più propositivo. Il meglio che deve ancora arrivare e che ci fa lasciare alle spalle tutte le negatività. E allora ci baciamo sotto il vischio messo accuratamente penzolante davanti all’uscio di casa, mangiamo le beneauguranti lenticchie apportatrici di buona fortuna e denaro, brindiamo con i calici più belli che possediamo e beviamo fiumi di spumante che ci aiuta a dimenticare e guardare avanti con fiducia. Già, la fiducia che la politica italiana diventi più operativa nel migliorare un Paese che chiede stabilità, sicurezza delle banche, meno tasse, migliore andamento della sanità, salvaguardia dei diritti e della dignità dell’uomo e anche un tentativo di fatti concreti, lasciando da parte le reiterate promesse demagogiche spesso sbandierate da furfanti vestiti da persone perbene. In fondo, la gente vuole semplicemente ciò che è il diritto insindacabile del rispetto della persona e del suo vivere quotidiano. Vuole il lavoro, desidera poter costruire serenamente una famiglia, avere una casa e ripartire in un mondo in cui l’economia riprenda a pulsare in maniera concreta. Questo chiede la gente. Ma questa sera del 31 dicembre non pensiamoci, accarezziamo l’idea che tutto per magia si avveri. Abbandoniamoci ai canti, alle feste, ai brindisi che esorcizzano la speranza che tutto migliori. Scambiamoci gli auguri sinceri che partono ed arrivano direttamente al cuore. Stingiamoci insieme all’unisono e pensiamo ai nostri desideri, ai nostri sogni a lungo cullati che potranno realizzarsi nel nuovo anno che sta per arrivare. Dream. Il sogno. Ciascuno con la propria storia, con il proprio percorso di vita, con le proprie delusioni, ma anche con la voglia di non mollare mai. E poi che importa, stiamo in allegria, fuggiamo dai pensieri che rattristano il cuore. Papa Francesco ci ha esortato a non farci rubare la speranza, e noi tra un brindisi e l’altro proviamo a seguire questo suo consiglio. Buon Anno cari amici che mi seguite, che mi leggete assiduamente, che mi esortate ad andare avanti. I vostri consensi sono la sostanza del mio scrivere, lo sprone ad informarvi meglio e in maniera corretta. Buon 2023 a chi sorride, a chi sta bene e ha tanta speranza nel futuro, ma anche a coloro i quali soffrono e tendono a mollare perché si sentono scoraggiati, soli e abbandonati. Il primo augurio? Non perdere mai la speranza! Vedrete che prima o poi tante cose cambieranno in meglio.
Salvino Cavallaro