Ci sono storie che raccontano la vita degli uomini e ci sono uomini che con il loro vissuto tracciano un percorso di vita che diventa indelebile nel tempo. Sinisa Mihajlovic, ex calciatore di gran livello tecnico e allenatore di indiscusso carisma, è stato tutto questo. Impresso nella memoria di tutti noi è ancora quel 13 luglio 2019 in cui davanti alle telecamere, in una delle tante conferenze stampa da allenatore del Bologna, annunciò la sua malattia: “Ho la leucemia, ma la batterò giocando all’attacco”. Quello è stato davvero uno choc per tutti. Poi il 29 ottobre 2019 gli è stato fatto il trapianto del midollo osseo all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Un’operazione che tecnicamente era riuscita bene, tanto è vero che dopo le cure, il 22 novembre Mihajlovic fu dimesso e dopo qualche mese ha ricominciato ad allenare la sua squadra, ritornando a respirare il profumo dell’erba e riassaporare il sapore principe della libertà all’aria aperta in un campo di calcio. In seguito, con l’inizio del 2022, si svilupparono nuovi campanelli d’allarme che misero in condizione il presidente del Bologna a dimetterlo dall’incarico di allenatore, non certo per demeriti tecnici. E oggi, dopo essere stato ricoverato in una clinica di Roma, il “guerriero” dalla grande forza fisica e caratteriale si è spento a soli 53 anni. Questo è stato il comunicato ufficiale della famiglia: “La moglie Arianna, con i figli Victorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in tutti questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il Dottor Antonio Curti, il Prof Alessandro Rambaldi e il Dottor Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato”. Commovente questo comunicato ufficiale della moglie Arianna che gli è stata accanto sempre, fin dal momento in cui Sinisa ha scoperto di essere gravemente ammalato. Ex calciatore di Lazio, Sampdoria, Inter e Roma, Mihajlovic è stato anche allenatore di numerose squadre di Serie A. Oggi, dopo avere guardato in faccia in cagnesco e lottato con tutte le sue forze la leucemia che lo aveva attaccato, ha dovuto alzare la bandiera bianca in segno di arresa. Quell’arresa che mai gli era capitato di fare durante la sua lunga e gloriosa carriera da serio professionista e, soprattutto, di uomo dai grandi valori. Sì, perché Sinisa Mihajlovic non aveva un carattere facile, si arrabbiava e lottava contro tutte le ingiustizie, le iniquità,e a perdere non ci stava mai. Tuttavia, sapeva essere sempre dalla parte di chi aveva bisogno di essere capito e aiutato. Ciao Sinisa, anche noi, quando sei stato allenatore del Torino, abbiamo conosciuto e apprezzato il professionista, ma soprattutto l’uomo che sei!
Per questo ti ringraziamo.
Salvino Cavallaro