Tutto andava liscio in casa Juve, tutto procedeva come sempre sulla linea della grande società di calcio quotata in Borsa e i nove scudetti consecutivi conquistati erano la garanzia di un futuro degno della lunga storia bianconera. Era il 2018 quando si seppe che l’Amministratore Delegato della Juventus Beppe Marotta fu allontanato da Andrea Agnelli. Eppure, con il senno di poi, Marotta aveva capito che la Vecchia Signora stava imboccando la strada sbagliata in termini di visione delle strategie finanziarie. Dopo il terremoto avvenuto con le dimissioni del CDA della Juventus e i possibili sviluppi dell’inchiesta Prisma, quel 2018 in cui Marotta avvertì situazioni gestionali per nulla condivise, oggi tutto torna attuale. All’epoca si parlò di divergenza di posizioni con il resto della dirigenza, il suo ex braccio destro Paratici in primis e il presidente Agnelli, sull’operazione Cristiano Ronaldo. Un affare che non convinceva Marotta non certo per le indiscusse qualità tecniche del campione portoghese, ma per gli effetti negativi che avrebbe potuto avere alla luce dei possibili contraccolpi economici che avrebbe generato tale operazione sui libri contabili della società. E non sbagliò Beppe Marotta, perché l’operazione CR7 si è rivelata molto onerosa per la Juventus, appesantita anche dalla situazione pandemica. Con l’addio di Marotta il club ha intrapreso una strada poco razionale e molto azzardata su molte scelte. Sì, è stato proprio Beppe Marotta a capire per primo che nella Juventus qualcosa stava cambiando in termini di visione e di strategie finanziarie. E infatti, nel dopo Marotta sono accadute situazioni inverosimili nella gestione del club tra i più famosi al mondo. E mentre oggi il Gip decide che sulle plusvalenze c’è una “possibile buona fede”, sulla manovra stipendi c’è invece un illecito. Secondo quanto scritto dal Gip del Tribunale di Torino, Ludovico Morello, “risulterebbe difficile ipotizzare uno scostamento consapevole e quindi doloso dai corretti criteri di contabilizzazione delle poste”. Per questo, continua il Gip Morello, si è reso necessario “un accurato approfondimento”. Per quanto riguarda invece le manovre degli stipendi del 2020 e del 2021, si possono considerare “certamente illecite, al punto che si condivide con la pubblica accusa la sussistenza di gravi indizi”. Questo è quanto ad oggi nell’operazione Prisma ci viene detto dal Gip del Tribunale di Torino, mentre noi continuiamo a sostenere la necessità di cambiare un sistema calcio che deve essere rivisto in tutte le sue forme gestionali.
Salvino Cavallaro