Più volte ho scritto e intervistato Stefano Abatangelo, e in tutte le occasioni ne ho riportato la rettitudine di un ragazzo, padre di famiglia, che dedicando la sua passione al pugilato ha capito l’importanza dei sacrifici e dei valori umani e sportivi. Il ring è da sempre la sua vera palestra di vita, quella che gli ha fatto capire fin dalla sua giovane età che nulla si conquista senza la dedizione, il lavoro e il senso di appartenenza a un qualcosa cui credi veramente. E’ Stefano Abatangelo, un quarantenne fisicamente sano e mentalmente carico a sfidare prima se stesso e poi l’avversario. Un peso medio massimo che in carriera ha vinto molto, ma ha anche perso senza mai abbattersi, ripartendo sempre dall’analisi di ciò che ha sbagliato in preparazione di un match e cercando di ripararne gli errori da non fare al prossimo incontro. E’ la forza degli atleti che sudano e si preparano in allenamenti talora duri e duraturi nel tempo, in quella palestra che è sempre la casa della sua preparazione. Proprio come in questi giorni che sta preparando il match valevole per il titolo italiano di categoria mediomassimi contro Federico Gassani. Un incontro che si svolgerà Sabato 29 Ottobre 2022 presso il Teatro Della Concordia, in Corso Puccini a Venaria Reale in provincia di Torino. E’ l’ennesima sfida con sé stesso, là dove davanti ai suoi guantoni, lo sguardo fisso a chi ha di fronte e il suo corpo mobile per schivare gli attacchi dell’avversario, ci sarà lui stesso più che Federico Gassani. Sì, perché per Stefano Abatangelo c’è sempre questo misurarsi con il tempo che fugge via velocemente e tante volte, nella foga di insistere nel sentirsi bene fisicamente, non si tiene conto che il tempo è tiranno. E’ come mettersi davanti allo specchio! Ma Stefano lo sa, lui ha abbastanza cervello per capire quando sarà il momento di appendere i suoi guantoni al chiodo, così come sa perfettamente che in questo preciso momento la mente risponde ancora alla grande con la sua forza fisica e la lucidità nei movimenti. E non è difficile capire come egli tenga ancora a questo match che gli darebbe la gioia di un titolo italiano prestigioso, per un ragazzo che si è fatto dal nulla e che oggi è arrivato là dove non deve dire grazie a nessuno, se non a sé stesso. “Nella vita ho imparato presto che per tutto ciò che fai devi sempre metterci il cervello. Ed è così anche nella boxe, perché se non hai la testa che comanda i muscoli, tecnica, esperienza da ring, non vai da nessuna parte”. Così si esprime a chiari lettere questo pugile dall’anima pulita, solare come quando il cielo è sgombro di nubi minacciose. Ed è come quando lo incontri al mercato, nella sua sede di lavoro in cui vende generi alimentari in proprio. Una quotidianità che per Stefano e sua moglie rappresenta il significato di portare avanti la famiglia. E sarà proprio questo costruirsi la corazza contro ogni difficoltà della vita che ha fatto maturare presto questo boxeur che prima è uomo e poi atleta. Il lavoro prima di tutto, poi i faticosi allenamenti e la passione per la boxe che è diventata qualcosa di serio, di importante, quasi a significare che se non hai i giusti elementi caratteriali e mentali, non puoi certamente salire sul ring e lottare per un Titolo Italiano di categoria. Un atleta che oltre ad allenarsi per conto suo, insegna anche la boxe ai ragazzi che attingono da lui la passione per uno sport che è esempio di serietà, correttezza e valori etico morali che vanno oltre il qualunquistico pensiero che vuole la boxe come sport violento. Non è così, perché il percorso professionale fatto sul ring è uguale a chi, nonostante i pugni dati e presi, alla fine ci si abbraccia tra vincitore e vinto. Mai con l’ira contro l’avversario, ma con la semplice voglia di vincere attraverso la tecnica. Questo è Stefano Abatangelo, questo è il padre di famiglia che tenta di conquistare il Titolo Italiano dei Mediomassimi che lo incoronerebbe come emblema di atleta e uomo da imitare.
Salvino Cavallaro