Doveva essere il fiore all’occhiello del Festival delle Stelle organizzato per le attività culturali di Milazzo, e così è stato. Il” Recital” di Gianfranco Jannuzzo si è rivelato il punto di forza e il richiamo di tanti cultori milazzesi interessati al grande teatro italiano. L’Atrio del Carmine si è riempito in tutti i suoi posti disponibili e gli spettatori si sono dimostrati chiaramente ansiosi di assistere a uno spettacolo eccellente, in cui da parte dell’attore agrigentino Gianfranco Jannuzzo è emerso questo senso di empatia capace di istaurarsi vicendevolmente d’ambo le parti. E neanche la pioggia si è permessa di interrompere in maniera irriverente un monologo recitato magnificamente, se non negli ultimi minuti finali di spettacolo, in cui si è scatenato un vero e proprio temporale che ha fatto correre ai ripari tutti i presenti. Peccato per questi ultimi attimi di spettacolo interrotto dall’acquazzone, perché ha vanificato forse il momento più bello della serata, e cioè quell’applauso finale, quell’alzata in piedi del pubblico che voleva ringraziare il grande attore, colui il quale non si risparmia mai su quel palco che per Jannuzzo rappresenta da sempre il vero significato della vita. Tuttavia, anche se la gente di Milazzo non ha potuto materialmente stringere di affetto il grande attore, così come avrebbe voluto attraverso una foto, un autografo con dedica e una calorosa stretta di mano, il messaggio di gratitudine è arrivato ugualmente a Gianfranco Jannuzzo durante il proseguire dello spettacolo. Già, proprio dagli spettatori di Milazzo i quali si sono divertiti, hanno riso e pure si sono commossi, esattamente come si addice alla bravura interpretativa di un attore in grado di sostenere un lungo e piacevole monologo durato quasi due ore. Sì, quasi due ore di spettacolo ad alti livelli, in cui Jannuzzo ci ha raccontato una Sicilia allegra e amara, spensierata e triste, meravigliosa e spietata, indolente e attiva. Un qualcosa che è nelle sue corde da sempre, qualcosa che nasce con lui e il suo essere artista che si è perfezionato grazie a un vasto curriculum di lunghissime esperienze fatte nei teatri d’Italia e all’estero. Un attore completo, capace di recitare il teatro impegnato di Pirandello e quello più frivolo e divertente dei grandi autori e scrittori internazionali, i cui testi ben s’intersecano alle sue caratteristiche universali di attore eclettico. E non dimentichiamo che fin da quando, tanti anni fa, Gianfranco Jannuzzo ha maturato la sua arte nella grande scuola di Gigi Proietti, ha proseguito il suo percorso artistico con eguale naturalezza, passando dalla regia di Gabriele Lavia (Tito Andronico di William Shakespeare) a quella di Maurizio Scaparro, Pino Quartullo, Pietro Garinei, Patrick Rossi Gastaldi, Gigi Proietti, Francesco Macedonio, Francesco Bellomo; insomma una carriera infinita di successi che ci viene davvero difficile elencare senza dimenticarne qualcuno. E’ la storia infinita dei grandi attori come Jannuzzo, capaci di passare dal varietà televisivo a quell’esperienza eterna di teatro che è sentire la gente, palparne i sentimenti, i palpiti in sala e quelle emozioni che restano il motore della vita non solo teatrale. Ecco, pur in un finale interrotto da un irriverente temporale, Milazzo e la sua gente propone come suo prossimo desiderio il piacere di riabbracciare quello che meglio di ogni altro attore rappresenta la terra di Sicilia, con la simpatia di essere uno di noi. Per questo Milazzo dice: “ARRIVEDERCI GIANFRANCO”.
Salvino Cavallaro