Lo abbiamo scritto e ripetuto da tanti anni: “Continuare le trattative di calciomercato a inizio Campionato è deleterio per le stesse società, le squadre e i calciatori che si vedono sballottati in situazioni talora di disequilibrio per l’immediato futuro”. Un’altalena di situazione che va a inficiare sulla preparazione tattica e tecnica di squadre che, nello stilare la formazione da mandare in campo, sono inibite nella scelta di questo o quel giocatore capace in ventiquattro ore di cambiare casacca, società e ambiente. E non si dica che il gioco dei milioni di euro renda sempre più appetibile il sogno degli italiani che si vedono ansiosamente sperare l’arrivo del campione fino all’ultimo giorno della chiusura del calciomercato, perché è piuttosto l’interesse delle varie società di calcio, che allungando il termine della compra vendita dei calciatori, sperano sempre di arrivare all’ultimo minuto per ottenere l’affare a costo basso. Così ti accorgi che esempi come Skriniar dell’Inter, Raspadori delSassuolo, Belotti ex Toro che da tanti mesi è in predicato di passare alla Roma – ma che ancora è senza certezza perché la società giallorossa deve pensare a vendere prima alcuni sui giocatori – e poi tante altre situazioni che mettono in difficoltà allenatori e giocatori che non hanno la giusta serenità. Un andamento di situazioni mai prese nella giusta considerazione, quando sarebbe molto più utile per tutti che il calciomercato si chiudesse almeno 10 o 15 giorni prima dell’inizio del campionato. Poi, in quest’anno anomalo creato pure dall’interruzione del campionato a novembre per l’inizio dei mondiali di calcio, a maggior ragione si doveva chiudere il calciomercato almeno a fine luglio, visto che il campionato è iniziato il 13 agosto. Eppure nulla accade, nulla si muove, in barba a ogni interesse personale che mette in evidenza la continuità di trattative che disorientano i tifosi ma soprattutto allenatori e giocatori. Si prenda, dunque, una decisione effettiva per il futuro di questo grave problema che coinvolge il mondo del calcio non solo professionistico, che così facendo tende ad affievolire l’importanza di una preparazione tecnico – tattica sempre più altalenante nella sua vera programmazione annuale nell’ambito delle varie rose. Il calcio di oggi è azienda, ma è anche organizzazione di cose tecniche che non possono essere messe in secondo piano per gli stratosferici interessi economici delle stesse società.
Salvino Cavallaro