Nonostante il caldo asfissiante, l’incontro con Nadia Terranova avvenuto nella Villa Vaccarino di Milazzo ha avuto un notevole successo di pubblico, il quale ha interagito con la scrittrice e i vari relatori nel porre domande formulate con legittima curiosità. Segno tangibile di un interesse generale del pubblico milazzese verso un personaggio che nel 2019 ha partecipato all’ambito concorso letterario del Premio Strega con ottimo successo. Un evento culturale che ha assunto notevole richiamo grazie alla presenza della scrittrice messinese che oggi è una delle penne più apprezzate nel vasto panorama della letteratura italiana. Organizzato dall’Associazione Culturale Teseo di Milazzo, l’incontro con Nadia Terranova si è avvalso tra gli altri della presenza del Sindaco di Milazzo Giuseppe Midili, dell’Assessore Alesci e di altre autorità presenti ad un evento che ha avuto momenti di grande emozione, soprattutto attraverso domande che hanno in qualche modo voluto mettere in evidenza l’intrinseco della persona, prima ancora dell’apprezzata scrittrice. Un piccolo viaggio nell’interiorità, alla ricerca di svelare quel magnifico partorire romanzi con i quali l’autrice messinese mette spesso e volentieri quel suo stretto di Messina in cui affondano profonde le sue radici. E questa volta lo fa con il suo ultimo romanzo “Trema la Notte” – edito da Einaudi – in cui emerge preponderante tutta la sua voglia di raccontare in forma romanzata quella che fu la tragedia del terremoto che nel 1908 rase al suolo Messina e Reggio Calabria. Attraverso i due personaggi principali del romanzo – la ragazza Barbara e il bambino Nicola – Nadia Terranova fa emergere dalla storia dello Stretto di Messina un quadro che dona un’inattesa possibilità nell’erigere sopra le macerie, un’esistenza magari sghemba ma sempre più vicina all’idea di amore che hanno sempre immaginato. Sì, perché mentre l’apocalisse distrugge, ci mostra nudo e umanissimo il nostro bisogno di vita che continua a pulsare quasi ostinatamente. “Trema la notte” è un libro tutto da leggere, da gustare in ogni sua parte, capace di farti riflettere sulla morte e distruzione come punto di ripartenza verso la vita.
Salvino Cavallaro