Resta solo la finale di Coppa Italia contro l’Inter, ma per la Juventus comunque vada a finire, con un quarto posto raggiunto a fatica in campionato con il patema d’animo, quella in corso si può definire un’annata fallimentare. Ha fallito la società, ha fallito Andrea Agnelli nel prendere decisioni affrettate nel dare mandato a Max Allegri in un ritorno assolutamente impopolare e aggravato da una campagna acquisti insufficiente nella sua logica di squadra capace di essere competitiva su tutti i fronti. E quando a gennaio ci si è accorti di avere sbagliato soprattutto nell’avere allestito un centrocampo inesistente, ecco che è scattata l’idea di acquistare Dusan Vlahovic a peso d’oro, nella consapevolezza di avere fatto l’affare da custodire per la sua reale rivalutazione di mercato negli anni a venire. Certo, il serbo ha solo 22 anni, è forte fisicamente, ha il fiuto del gol come pochi altri attaccanti, ma ha bisogno di crescere mentalmente e soprattutto tecnicamente, là dove appare ancora abbastanza grezzo nei fondamentali come lo stop al volo e la misura nei passaggi ai compagni. Corre, sgomita, si affanna contro due e talvolta anche contro tre avversari, perde energie e alla fine non è neanche supportato a sufficienza dai compagni, in quella sua caratteristica primaria di essere lanciato in velocità, nel tentativo di verticalizzare un gioco che non è nelle corde dell’allenatore e neanche di questo tipo di centrocampo allestito dalla Juventus. Insomma, la Juve annoia, non brilla mai, stenta e non è in grado di costruire trame di gioco atte a offendere in maniera convincente e continuativa gli avversari. E non perché contro il Genoa ha perso una partita che avrebbe potuto vincere per superiorità tecnica e occasioni da gol non sfruttate, ma questa Juve è così fin dall’avvento di Max, l’allenatore che dopo due anni di lunga riflessione nella sua Livorno è stato richiamato sulla panchina della Juventus come se il tempo si fosse fermato agli anni in cui ha vinto scudetti e arrivato due volte in finale di Champions senza mai vincerla. Così ci si è persi nell’adulazione di un tecnico che, così dice Max, ha preferito la Juve piuttosto che il Real Madrid di Florentino Perez. Un contratto di sette milioni di Euro netti a stagione per quattro anni, che Agnelli gli ha proposto per ritornare alla Juve. Un affare certo per il buon Max che ha preso al volo l’offerta, considerando anche i suoi ottimi rapporti instaurati amichevolmente con il presidente Agnelli. Tuttavia, si è tralasciata la seria ricostruzione della squadra nei punti nevralgici, perdendosi spesso tra situazioni in ambito di magistratura per storie di plusvalenze, oppure di questioni legate ai rapporti con la curva, o storie di Superlega le cui polemiche sempre in atto hanno sviato il vero obiettivo da raggiungere, che per la Juventus resta da sempre la conquista della Champions League. E invece ci si è allontanati da tutto e da tutti, in un aggrovigliamento di situazioni che hanno reso la società Juventus irriconoscibile, sotto l’aspetto dell’antico suo essere quasi perfetta nella programmare il presente e il futuro. E allora pensiamo che a questa società sia urgente un cambio ai vertici, giusto per ritornare a essere Juventus e non una squadra qualunque.
Salvino Cavallaro