Un bel derby di calcio spettacolo, di grinta, di scontri duri ma anche di buona tecnica con molte idee di gioco. In realtà, a sviluppare tutti questi temi calcistici è stata l’Inter di Simone Inzaghi, che si è dimostrata maggiormente decisa a superare il Milan e accedere alla finale di Coppa Italia l’11 maggio a Roma, contro la vincitrice di Juventus-Fiorentina. E, come ogni derby che si rispetta, non sono mancate le polemiche dalla parte di chi questa volta ha perso, e cioè del Milan di Stefano Pioli, il quale nell’intervista a caldo del dopo gara, ha lasciato di stucco le telecamere di Mediaset sostenendo che il gol annullato dall’arbitro Mariani a Bennacer era assolutamente da convalidare. Tuttavia, almeno per quanto si è visto in campo e prescindendo dal particolare gol non convalidato ai rossoneri, dobbiamo dire che il 3 a 0 inflitto dall’Inter al Milan è stato costruito su una superiorità di gioco di squadra che fa bene al calcio spettacolo. Abbiamo visto fin dall’inizio un Lautaro Martinez da 9 in pagella, così come anche tutta la sua squadra che ha saputo trascinare con un unico obiettivo: Vincere, senza se e senza ma. E davanti a tutta questa propulsione fisica e mentale, l’Inter di Simone Inzaghi ha costruito azioni su azioni di rara bellezza calcistica che, per velocità e la facilità di arrivare in porta, in certi momenti ci è sembrato di vedere il gioco della Play Station. Così, la strepitosa doppietta di Lautaro Martinez che ha segnato 2 gol da antologia e la rete di Robin Gosens all’82’, hanno sancito la vittoria ottenuta attraverso un calcio davvero divertente e adatto ai gusti sopraffini del pallone. Da parte sua, invece, il Milan nulla ha potuto se non all’inizio del secondo tempo, in cui è emerso il timido tentativo di pareggiare le sorti della gara e andare direttamente in finale. Ma, nonostante la buona volontà, i rossoneri sono mancati in toto sulla costruzione di un gioco apparso deficitario a centrocampo e soprattutto in attacco, dove abbiamo visto Giroud troppo solo e facilmente neutralizzato dai difensori nerazzurri. Inesistente Leao, mentre Tonali non ha mai dato la sensazione di potere fare la differenza nella zona nevralgica del campo. Insomma un 4-2-3-1 che non ha dato alcun effetto tattico ai fini di un derby opaco per un diavolo apparso con le corna spuntate. L’Inter, invece, come dicevamo pocanzi ha mostrato tutto il suo stato di forma che si è magicamente materializzato dopo la partita vinta a Torino contro la Juventus, quasi fosse stato un segnale fortunoso per chiudere con quella serie di partite anonime coincise con l’infortunio di Brozovic. Da allora lo scenario dell’Inter è cambiato in positivo e persino il tanto criticato Simone Inzaghi, che per certi cambi errati è stato preso esageratamente di mira dai tifosi e da una parte della critica, adesso appare sicuro del suo 3-5-2 che dà sufficienti garanzie di bel gioco e risultati. D’altra parte, diciamo da sempre che Marotta e Ausilio hanno saputo costruire una squadra di grande qualità tecnica tra difesa, centrocampo e attacco, dando a Inzaghi l’opportunità di poter materializzare tutto il suo credo calcistico. Insomma, a questa Inter non mancano gli stimoli per vincere dopo la Supercoppa anche lo scudetto e la Coppa Italia. Almeno questi sembrano essere gli obiettivi prefissati dalla società, dal tecnico e dalla squadra che sul campo sta dimostrando tutto il suo valore. Ci riuscirà ad arrivare fino in fondo con il cipiglio dimostrato nel derby?
Salvino Cavallaro