Così si legge in un Comunicato Stampa emesso dal Tribunale di Catania Ufficio di Presidenza, emesso in data 09 aprile 2022: “Trattandosi di vicenda di particolare interesse sociale, si comunica che in data odierna il Tribunale di Catania – Sezione Fallimentare – ha disposto la cessazione dell’esercizio provvisorio del ramo caratteristico di azienda calcistica della Calcio Catania S.p.A. – Firmato – Dott. Francesco Mannino”.E anche la Federcalcio con il comunicato ufficiale n.214/A ha deliberato – “di revocare l’affiliazione alla fallita Società Calcio Catania S.p.A. con svincolo del parco dei tesserati”.
Quando finisce una storia c’è sempre tristezza e i ricordi fanno capolino a tutto ciò che è stato, ma anche a ciò che poteva essere e per tanti motivi non è stato. Ogni città, ogni tifoseria, ha la sua storia di calcio legata a sentimenti che si intersecano in un romantico e glorioso passato che spesso fa rimpiangere momenti di gioia finiti poi in conclusioni che racchiudono la tristezza del fallimento di una società e quindi del calcio di quella città. Oggi è successo al calcio Catania e persino u “Liotru” – l’Elefante simbolo della città etnea, sembra smarrirsi in un barrito melanconico, quasi avesse percepito la tristezza che aleggia in città, in quella Catania pallonara i cui tifosi sono in pieno sgomento per la fine della propria squadra del cuore. I propri colori rossoblù, le cui bandiere per tanti anni hanno sventolato non solo in Sicilia ma anche in tutta Italia quando il Catania giocava in Serie A, adesso saranno tristemente ammainate. Eppure sembra ieri quando Sandro Ciotti nel corso della rubrica radiofonica “Tutto il calcio minuto per minuto” esclamava quella celebre frase: “Clamoroso al Cibali” per significare che in quella memorabile domenica del 4 giugno 1986 il Catania batteva l’Inter per 2 a 0. Già, bellissimi ricordi in bianco e nero che oggi, parlando della fine ingloriosa della storica società rossoblù, fannoancora più tristezza. Tanti sono gli aneddoti che si legano al Catania Calcio e ai suoi campioni storici che da qui hanno preso il volo per una carriera brillante, proprio come quella di Pietro Anastasi che al Cibali da ragazzino fece il raccattapalle, emozionandosi per l’arrivo della Juventus di Omar Sivori, di Charles e Boniperti; proprio quella squadra che per lui rappresentò poi il sogno diventato realtà. Quadretti di ricordi che si moltiplicano tra pagine e foto ingiallite dal tempo, ma non tali da non produrre l’intensità emotiva riportata sull’albo della società etnea. Ma oggi, come dicevamo pocanzi, la realtà è cruda, diversa, insopportabile, impossibile da accettare per i sostenitori rossoblù, perché per salvare la società Calcio Catania, non c’è stato nulla da fare nonostante una lunghissima notte di enorme tensione in cui il direttore dell’area tecnica rosso azzurra, Maurizio Pellegrino, hafatto di tutto per racimolare una cifra pari a 35 mila euro per permettere ai curatori di disporre della somma utile per disputare la partita con il Latina. Ma niente, nulla si è potuto fare perché nessun segnale positivo è arrivato al quartier generale di Torre del Grifo. Cala dunque il sipario sul Catania Calcio, dopo che due anni fa la Sigi aveva salvato il titolo sportivo ma senza tuttavia rilanciare, così si è arrivati al fallimento dello scorso 22 dicembre a tre aste competitive per l’assegnazione del titolo sportivo, appunto. Poi l’arrivo di Mancini che intendeva fare fronte agli impegni con pagamenti a rate, ma è stato fuori tempo massimo rispetto alle scadenze dettate dal Tribunale. Il Catania calcio, dunque, fallisce amaramente tra quello che poteva essere e non è stato.
Salvino Cavallaro