Si è tenuto presso l’ Aula Magna del a dipartimento di Ingegneria Civile ed Architettura, il convegno sul rischio idrogeologico che ha visto partecipare oltre all’ordine degli ingegneri anche il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. “Il nostro territorio è troppo vulnerabile a causa del cambiamento climatico, dell’urbanizzazione e della devastazione avvenuta in passato da parte dell’uomo. Spesso e irresponsabilmente, infatti, la cementificazione degli alvei ha causato veri e propri disastri” ha dichiarato Musumeci che ha anche ribadito come il suo governo abbia varato una legge legge urbanistica che non esisteva da quarant’anni, ripulito molti corsi d’acqua ed istituito l’ Autorita di Bacino ma nonostante tutto ciò, “bisogna fare i conti con una burocrazia troppo lenta che rischia di far perdere i fondi del PNNR per la realizzazione delle opere”. Sulla necessità di progettare interventi a lungo termine e di cogliere l’occasione di non disperdere i fondi stanziati anche il presidente dell’ordine degli ingegneri di Catania, Mauro Scaccianoce: “Serve dunque intraprendere azioni strutturali che favoriscano i deflussi e il consumo zero del suolo e la redazione del nuovo Piano Urbanistico Generale, a cui si aggiungono anche adeguati sistemi di allerta alla popolazione, ha proseguito, ma anche azioni sociali, attraverso una doverosa e attenta sensibilizzazione, così da evitare comportamenti scorretti in caso di calamità”. Dello stesso avviso il presidente della Fondazione degli Ingegneri etnei Filippo Di Mauro, che ha puntato i riflettori sull’approccio multidisciplinare, “alla base della costruzione di una metodologia efficace per la l’elaborazione di piani di prevenzione”. “L’evoluzione della città rischia di trasformarsi in involuzione, rendendola insicura e soggetta a calamità – ha commentato il vicepresidente dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Catania Giovanni Lucifora. I dati di una ricerca del CRESME, inseriscono Catania tra i 442 comuni italiani ad alto rischio. Sembra necessario, dunque, avviare un percorso di rigenerazione urbana sostenibile”. In linea con gli interventi fatti anche la presidente della Fondazione degli Architetti Eleonora Bonanno, che promuove le «infrastrutture naturali, efficaci nella gestione delle acque alluvionali, nel favorire la biodiversità e nella riduzione di carbonio. Occorre ripensare il nostro modo di costruire all’interno delle città, rendendo più permeabile il terreno”. Tra gli interventi anche quello di Antonino Cancelliere, professore del Dicar, che ha portato i saluti del direttore Enrico Foti, con uno spunto di riflessione sull’importanza delle sinergie, “fondamentali per affrontare le criticità del territorio coinvolgendo anche i giovani, eccellenze e professionisti di domani”.