L’avevo detto fin dalla prima volta che ho ascoltato la musica prodotta da Cafiero. Un rock apparentemente duro, capace però di entrare in sintonia con chi l’ascolta in maniera quasi morbida e per certi versi anche romantica. E allora ho pensato che cotanta creatività musicale supportata anche da un percorso professionale di ottimo livello, non poteva far altro che aspettare il momento opportuno per incontrare un minimo di fortuna. Ebbene, questo pullman carico di speranza e fortuna è giunto finalmente alla fermata tanto attesa e Cafiero c’è salito subito con la consapevolezza che un’opportunità di questo tipo non è da tutti i giorni. Si chiama bacio in fronte, fortuna meritata a chi si è dato tanto da fare e crede che prima o poi certi sogni si avverano. E questo sogno raggiunto si chiama “Sulla giostra”, il film di Giorgia Cecere che è in visione dal 30 settembre in tutte le sale cinematografiche d’Italia, i cui interpreti sono Claudia Gerini e Lucia Sardo. E’ il privilegio che Cafiero ha avuto nell’affidare le sue musiche poetiche incise con i suoi Suck my Blues, il gruppo con il quale ha prodotto la sua arte musicale. Quattro sono i brani scelti per enfatizzare i vari momenti del film della regista salentina Giorgia Cecere, la quale dichiara: “Cercavo tanto una musica che caratterizzasse Gianni, un bel personaggio del film; che fosse dura come hard rock e in un certo senso anche sentimentale. L’ho cercata, cercata, e poi mi sono ricordata che l’avevo già sentita! Era la musica di Salvatore Cafiero”. Una grande soddisfazione per il cantautore e musicista che ha raccontato: «Sono onorato di aver preso parte a questo film con due brani editi, “Maledirò” (2017) e “Ti guardo ancora un po’” (2020), e due inediti, “Arid” e “Mirror”, scritti in collaborazione con Gianni Montanaro e realizzati con i Suck my Blues (progetto in lingua inglese parallelo al percorso da solista). Il rapporto che lega la musica al cinema è qualcosa di più profondo di un semplice abbinamento tra suono ed immagini. La musica è un elemento espressivo e narrativo di un film; ha il potere di creare le atmosfere più adeguate e di rafforzare l’identificazione del pubblico con le emozioni dei personaggi. Ho aderito al progetto di Giorgia Cecere con entusiasmo; “Sulla giostra” racconta una storia che sembra essere molto vicina alla regista, basata sull’accettazione del proprio destino e di quella “giostra” chiamata vita». Già, la musica è un elemento espressivo e narrativo di un film capace di rafforzare l’identificazione del pubblico con le emozioni dei personaggi. In fondo è proprio quello che ci offre Salvatore Cafiero nei suoi brani carichi di rock e fantasia che, talora, non hanno neanche bisogno di testi, talmente riescono a costruire un ideale idem sentire con chi ascolta e si realizza attraverso il suono. Ho letto la trama del film “Sulla giostra” e ritengo più che mai che la regista Giorgia Cecere abbia saputo scegliere con cura e grande attenzione le colonne sonore del suo film che parla della sua terra e di quelle radici salentine che sono le stesse di Cafiero, il quale è originario di Miggiano in provincia di Lecce. Una sorta di unione tra immagini e musica. Un qualcosa che parla con lo stesso linguaggio della vita di una terra da raccontare, così come i personaggi e le loro storie che si intersecano sullo sfondo di un Salento in cui quando torni, ti accorgi dei vari cambiamenti sociali e culturali imposti dal tempo che fugge via velocemente. Ecco, credo proprio che questa sottile vena romantica del ritorno di Irene (Claudia Gerini) nella sua campagna salentina che prima aveva abbandonato, rappresenti proprio l’essenza che si percepisce nei brani di Cafiero, il quale in tante interviste ha precisato: “Trovo molto interessante l’idea di coniugare “psicologia e musica”, in quanto in prima persona mi ha aiutato nella mia vita a venire fuori da una grande sofferenza che avevo fin da piccolo per problemi di salute, i quali mi costringevano a casa e isolato dal resto del mondo”. Ecco, questo è Salvatore Cafiero, musicista rock che con la sua chitarra racconta la vita. E in fondo cos’è “Sulla giostra”, se non la narrazione della vita stessa.
Salvino Cavallaro