“La mia poesia non ha certo la pretesa di essere universale, tutt’altro; ma non può neanche tollerare di sentirsi chiamare corteccia, parole nude e crude, mistificazione. Non universale, dunque, ma individuale, personalissima, soggettiva”. Sono parole scritte da Maria Buongiovanni, l’autrice di “In ver Si”, due volumi di poesie pubblicate da Il Convivio Editore e contemplate con due sottotitoli: “D’altra età” per il volume 1 e “Altro non voglio essere che Ombra” per il volume 2. Liriche scritte in momenti di vita diversi contraddistinte dalla varietà di umore che inevitabilmente caratterizza l’esistenza umana. Il primo volume rappresenta il percorso sentimentale che si snoda nell’arco di tutta una vita racchiusa tra gli anni 1977 – 1994. Nel secondo volume, invece, si possono leggere poesie dense di umori variabili e tendenti al nero. Un magma fatto di dolori e sofferenze ancora incandescenti e non riscattate da nessuna catarsi. Così si legge all’interno dei due volumi, quasi a preparare il lettore a un percorso letterario intenso, carico di pathos ed emozioni che giungono dentro l’anima per restarci. Una silloge di sentimenti che Maria Buongiovanni nata a Messina e laureata in Lettere Classiche con Perfezionamento in Archeologia, scrive da sempre alternando la parola scritta alla fotografia. Già, poesia e fotografia che s’incontrano, s’intersecano e diventano parola e immagine, fondendosi in un unico denominatore che si chiama arte dell’anima. Entrambi sono in grado di entrare nell’intrinseco di ognuno di noi, fermentando momenti di pura emozione. Poesia e fotografia sono in grado di sviluppare la narrazione di momenti di vita fatti di ombre e luci, di chiaroscuri che in certe giornate diventano pure colori sgargianti. E’ il nostro umore, è ciò che viviamo quotidianamente attraverso la nostra sensibilità e lo manifestiamo con ciò che meglio sappiamo fare. Maria Buongiovanni lo fa attraverso le sue liriche che sa abbinare all’amore per la fotografia e al tema dell’Ombra, un argomento complesso e affascinante che l’autrice definisce nell’incipit “Altro non voglio essere che Ombra”, una lirica programmatica ed esemplificativa in cui è sempre presente un dualismo ricorrente, una sorta di indecisione tra essere e non essere, piacere e non piacersi, frutto di un’autocritica inflessibile ed esasperata. Ma l’ombra non è altro che la nostra figura proiettata sul muro e capace di inseguirci anche quando ci spostiamo riflettendo l’immagine oscura e inversa di noi stessi. Ecco, è l’Inverso di noi, quel significato oscuro che Maria Buongiovanni mette in risalto con il titolo “In ver Si” nella sua raccolta di poesie. Versi e inversi in un gioco anche umoristico che si può riscontrare anche nelle sue fotografie, mentre le sue poesie narrano spesso il pianto. Ecco, riso e pianto, gioie e dolori che s’intrecciano nell’anima dell’autrice con l’attenzione di non perdere mai l’equilibrio delle due fasi umorali che si enfatizzano attraverso i sentimenti “In ver Si”, appunto. Dunque, l’Ombra come parte tenebrosa della nostra personalità che non accettiamo, ma che fa parte di noi perché in essa, sembrerà strano, abita la nostra migliore risorsa per crescere e trasformarci in un percorso interiore, in cui Maria Buongiovanni ci accompagna tra le liriche di “In ver Si” e le fotografie che interpretano la sua anima.
Salvino Cavallaro