Un’intera giornata di sciopero, a livello nazionale, è stata proclamata dai sindacati per tutti i lavoratori regolati dal contratto dei settori elettrico e gas-acqua. Il prossimo 30 giugno incroceranno le braccia contro l’applicazione dell’art. 177 del cosiddetto codice degli appalti, con la scadenza derivata dalle varie proroghe e stabilita al 31.12.2021, che obbliga le aziende concessionarie ad esternalizzare l’80% di tutte le attività oggetto di concessione, anche nei casi in cui le attività vengano svolte direttamente dal proprio personale, destrutturando così un servizio essenziale e fondamentale per l’intero paese, oltre a mettere a forte rischio decine di migliaia di posti di lavoro.
«Il processo di esternalizzazione – spiegano Sebastiano Lo Monte e Stefano Trimboli della Flaei Cisl Messina e della Femca Cisl Messina – avrebbe un costo economico e sociale elevato, causando una riduzione della forza lavoro compresa fra l’80 e il 95%. Questo significherebbe, nel breve periodo, nei servizi di distribuzione di energia elettrica e gas, la perdita di circa 150.000 posti di lavoro a livello nazionale. Sul territorio messinese impatterà tantissimo sul settore della distribuzione Enel, in Terna e A2a perché questa decisione porterà ad esternalizzare tanti servizi».
Per i sindacati serve uno straordinario ammodernamento delle reti e lo sviluppo delle Smart Grid, condizione indispensabile per garantire il proseguimento della transizione energetica in coerenza con quanto definito nel PNRR.
«Non capiamo – concludono – il motivo per cui debba essere destrutturata un’attività che funziona bene, come quella del settore elettrico, per come lo abbiamo conosciuto fino ad ora. Il governo ascolti tutte le parti interessate e si domandi perché auspichiamo tutti la stessa soluzione, capisca la gravità delle conseguenze cui potrebbe condurre l’applicazione dell’articolo 177 del Codice degli appalti, con l’esternalizzazione dell’80% degli appalti. Quindi, chiediamo un’assunzione di responsabilità che sia di prospettiva su aspetti così rilevanti per la tenuta energetica e dei servizi pubblici essenziali, sarebbe inoltre opportuno non procedere di proroga in proroga, così come avviene ormai da tempo».