Dall’incontro tra Michele Santoro e il killer di mafia Maurizio Avola, che ha alle spalle ottanta omicidi e ha preso parte alla stagione delle stragi, e’ nato ‘Nient’altro che la verita”, il libro-inchiesta di Santoro che esce il 29 aprile per Marsilio e a cui il 28 aprile Enrico Mentana dedichera’, in prima serata, uno speciale del Tg di La7. Un libro che ricostruisce 30 anni di storia della mafia in Italia, con rivelazioni in particolare sulla matrice della strage di via D’Amelio. “Non so bene perche’ ho deciso di incontrare uno che ha ucciso ottanta persone. Guardo Avola e ho la sensazione di trovarmi davanti uno specchio nel quale comincio a riconoscere tratti che sono anche i miei. Inizio a seguirlo in un labirinto di ricordi”, dice Santoro che con le sue inchieste ha raccontato trent’anni di storia italiana. Un incontro che ha sradicato le certezze dell’uno e portato alla luce le verita’ nascoste dell’altro. Maurizio Avola non e’ famoso come Tommaso Buscetta e non e’ un capo come Toto’ Riina. Ma non e’ un killer qualsiasi: e’ il killer perfetto, obbediente, preciso, silenzioso, e proprio per questo indispensabile nei momenti decisivi. Forse sottovalutato dai suoi capi e dagli inquirenti che ne hanno vagliato le testimonianze, ha archiviati nella memoria particolari, voci, volti che coprono tre decenni di storia italiana. Ad accendere l’interesse di Santoro e’ il fatto che Avola abbia conosciuto Matteo Messina Denaro e abbia compiuto con “l’ultimo padrino” diverse azioni. Scoprira’ pero’ che e’ solo una parte, e non la piu’ rilevante, di quanto Avola puo’ svelare, andando incontro a quella che e’ probabilmente l’inchiesta piu’ importante della sua vita. Addentrandosi nel labirinto dei ricordi, il giornalista si trasformera’ man mano da interlocutore reticente in sodale a cui Avola affida le tessere del puzzle e le sconvolgenti rivelazioni che emergono. Mafia e antimafia, politica e potere, informazione e depistaggi, vicende personali e derive sociali si intrecciano in un racconto che si muove tra passato e presente, dalla Sicilia degli anni settanta al paese che siamo diventati.