Un palermitano di 45 anni residente in via Torrente d’Inverno deve la vita alla propria moglie e all’infermiere della sala operativa del 118. L’uomo di 45 anni stava mangiato della salsiccia quando un boccone è andato di traverso e ha rischiato di farlo morire soffocato. L’uomo era già cianotico e non respirava. La moglie ha chiamato i soccorsi. Una telefonata accorata d’aiuto alla sala operativa del 118.
Dall’altro lato del telefono l’infermiere Daniele Di Dio che presta servizio, sia in sala operativa, che in ambulanza che sull’elisoccorso. In attesa dell’arrivo dell’ambulanza il sanitario ha spiegato al telefono come fare la famosa manovra di Heimlich, una tecnica di primo soccorso che serve rimuovere un’ostruzione delle vie aeree, che costituisce un’efficace misura per risolvere in modo rapido molti casi di soffocamento.
La manovra prende il nome dal medico statunitense Henry che per primo la descrisse nel 1974. La donna si è posizionata dietro il marito. Lo ha cinto con le braccia e con i pugni ha iniziato a pressare nella zona della bocca dello stomaco. Uno, due,tre quattro cinque colpi. Alla fine il marito ha espulso il pezzetto di carne che lo stava facendo morire. Tutto si è svolto in pochi attimi. “Quando ci rendiamo conto che la vita è legata a pochi minuti, i nostri infermieri – dice Marco Palmeri medico rianimatore responsabile della sala operativa di Palermo – sono formati per dare immediatamente le cosiddette istruzioni pre arrivo. Queste consistono nella guida per telefono alle tecniche salvavita come il massaggio cardiaco o le manovre di disostruzione delle vie aeree come è avvenuto in questo caso”. Queste tecniche avevano già salvato la vita pochi giorni fa ad un uomo di 50 anni vittima di arresto cardiaco a Campofelice di Roccella. Ad eseguire quell’intervento l’infermiere Giuseppe Civiletto della centrale operativa di Palermo del 118. Lo stesso che in passato aveva gestito addirittura un parto per telefono guidando la vicina di casa della donna che stava partorendo. (ANSA).