Il vaccino anti Covid 19 è indubbiamente il tema che ci sta più a cuore in questo momento storico della nostra vita. L’unica vera strada da seguire che oggi la scienza mette a disposizione dell’umanità per interrompere una galoppante pandemia che continua a mietere tante vittime, colpendo al cuore l’economia di tutto il mondo. Tuttavia, la perdurante resistenza di tanti scettici fautori di teorie negazioniste, spesso tende a creare più confusione e disfattismo generalizzato per fare affiorare legittimi dubbi. Ma il pensiero di saperne di più sulla nostra salute, sulla reale affidabilità di questo nuovo vaccino, sulla risposta immunitaria prodotta, sulla tollerabilità e la sicurezza del prodotto che ci verrà somministrato, ci rende giustamente desiderosi di capire bene ogni cosa. Per questo motivo, cari lettori, ho pensato di fare chiarezza su quelli che sono i residui dubbi ancora esistenti su questo delicato tema intervistando il Dott. Valerio Veglio, esperto in Malattie Infettive, Febbre di origine sconosciuta, Endocardite, Malattie Tropicali, Osteomielite, Infezioni Virali, Infezioni Genitali. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Torino nel 1971, il Dottor Veglio si è specializzato poi in Malattie Infettive e Malattie Tropicali presso l’Università di Milano. Nel 2006 è diventato Primario Emerito dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, dopo una lunga carriera iniziata come assistente nel 1972. Sempre dal 2006, è consulente per il CMDI – Coordinamento Rete Interregionale Malattie Rare per il Piemonte e la Valle d’Aosta e presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria S. Giovanni Battista di Torino. Tre anni dopo ha ricevuto l’incarico di Direttore del Raggruppamento Riabilitazione Neuromotoria e Lungodegenza della Casa di Cura Villa Serena di Piossasco in provincia di Torino. Il Dott. Valerio Veglio vanta anche numerose presenze a congressi internazionali dal tema: “L’infettivologia” e una lunga serie di pubblicazioni scientifiche. In coda all’intervista, per gentile concessione del Dottor Veglio, si potrà leggere un articolo apparso su Huffington Post del Prof. Guido Forni, immunologo di fama internazionale. Buona lettura.
Dottor Veglio, qual è il suo pensiero sul vaccino anti Covid 19?
“E’ ormai certo, per i dati della letteratura internazionale, che sia l’unica arma esistente per sconfiggere il Covid, qualora utilizzata su vasta scala.”
In poco tempo la ricerca scientifica è stata in grado di fornire al mondo un vaccino che segna un’indiscutibile importanza epocale per il bene dell’intera umanità. Ma tutta questa giustificata fretta nello studio e nell’approvazione del vaccino, non può essere causa di probabili imperfezioni?
“Non è mai stato preparato nella storia un vaccino più studiato e sperimentato, e questo vale per tutte le aziende che si sono impegnate nella produzione e per qualunque tipologia di vaccino si sia prodotta. Allego, per rinforzare questa affermazione, un articolo su Huffington Post a nome del Professor Guido Forni, Immunologo di fama internazionale e membro dell’Accademia dei Lincei (v. allegato a fondo ultima pagina).”
Il vaccino previene realmente la trasmissione del Sars – Cov -2?
“Certamente in oltre il 90%, ma verosimilmente di più dei vaccinati.”
Quanto dura l’immunità del vaccino?
“Per ora non è noto. Le previsioni, supportate da valutazioni biologiche e statistiche, ritengono relativamente breve la copertura dopo una sola somministrazione (dell’ordine di alcuni mesi), ma decisamente più prolungata dopo la seconda dose (forse qualche anno). Sulla base di questi tempi e della possibile estinzione dell’infezione a livello mondiale, subordinata alla diffusione della pratica vaccinale, si decideranno eventuali ulteriori strategie vaccinali.”
Chi è stato colpito da Coronavirus deve ugualmente sottoporsi al vaccino?
“Sì, assolutamente sì. L’immunità da infezione ha dimostrato di essere di breve durata, forse non oltre i sei mesi, e ciò rende ragione delle ormai sempre più frequenti reinfezioni.”
Pfizer, Moderna, AstraZeneca, sono le marche farmaceutiche che producono e distribuiscono i vaccini anti Covid 19 in tutto il mondo. Quali sono le differenze?
“Il risultato finale di tutti e tre i vaccini è l’attivazione del sistema immunitario nei confronti della proteina di superficie Spike, antigene bersaglio quindi della risposta immune, e che rappresenta la chiave di ingresso del virus nelle cellule. Il fatto che tale proteina sia codificata direttamente da mRNA del virus Covid (Pfizer e Moderna) o da un virus innocuo portatore di un frammento di DNA capace di sintetizzare la proteina Spike (Astra Zeneca), non cambia la sostanza della risposta immune. Anche la differenza di temperatura di conservazione fra vaccino Moderna e vaccino Astra Zeneca è ininfluente ai fini pratici.”
Variante Covid. Chi ci assicura che il vaccino funzionerà lo stesso?
“La variante (varianti?) Covid, possiede gli stessi antigeni di superficie del virus originale, pertanto è altrettanto sensibile alla risposta immunitaria evocata dal vaccino.”
“Non sono una no vax, ma il vaccino non lo faccio. Io tutelo i miei pazienti evitando i rischi”. Dottor Veglio, come commenta queste parole dette e pubblicate da un’infermiera delle RSA della provincia di Torino?
“Non condivido assolutamente questa affermazione. Abbiamo visto quanto sono inutili le strategie finora messe in atto. Sarei tentato di dire che non hanno per nulla ridotto la diffusione del virus, ma non ho ovviamente prove in tal senso.”
Perché in merito al vaccino c’è tutta questa diffidenza anche da parte di un rilevante numero dei suoi colleghi?
“Non lo so. La storia ha dimostrato che le malattie protette da vaccino si sono estinte a livello planetario (vaiolo) o continentale, dove le vaccinazioni sono praticate su larga scala o obbligatorie (poliomielite, difterite, morbillo, influenza ecc.). Mi pare sufficiente per convincere sulla assoluta necessità di vaccinazione a tappeto per questa pandemia.”
Come si pone l’Ordine dei Medici dinanzi al diniego di alcuni medici di sottoporsi al vaccino, dando un messaggio negativo alla popolazione?
“Non so se si siano prese già misure di censura per questi comportamenti, ma certamente si dovranno prendere e queste idee, secondo me deliranti, andranno stigmatizzate e isolate.”
Dottor Veglio, qual è la sua idea circa l’eventuale obbligatorietà del vaccino nella popolazione italiana?
“L’obbligo può non essere lo strumento psicologicamente migliore (anche se siamo obbligati a circolare a destra in auto, a non rapinare i passanti, a rispettare regole di convivenza anche al di fuori delle zone rosse Covid), ma certamente chi rappresenta un pericolo per la comunità, mi pare normale che perda alcuni diritti incompatibili con il suo stato immunitario.”
Come sarà organizzata la vaccinazione da parte delle Regioni d’Italia? Saranno le ASL, le strutture ospedaliere o il medico di base a convocare le persone? E quali saranno le priorità?
“Finora non c’è molta chiarezza. Speriamo che, a breve, ci vengano date risposte certe.”
Lei ha già fatto il vaccino?
“Purtroppo no. Attendo con ansia il mio turno, che dovrebbe non tardare molto, per ragioni professionali, anche se per motivi anagrafici, non son più dipendente dal SSN. Spero, per i miei familiari che i tempi non si allunghino troppo.”
Salvino Cavallaro