Ho letto con grande interesse l’editoriale del direttore della Stampa Massimo Giannini. Una bellissima riflessione di un giornalista, firma di alto livello, in cui emerge l’uomo in tutti i suoi aspetti più fragili, proprio nel momento in cui ci si trova nel luogo del dolore. Come tutti sanno, Massimo Giannini è positivo al Coronavirus ed a causa di forti dolori al petto, tosse e mal di gola ha dovuto recarsi al Policlinico Gemelli di Roma. Da qui tutto un proseguire di sentimenti che sfociano ovviamente in consigli a chi questo virus non l’ha ancora contratto e proprio per questo deve tentare in ogni modo di difendersi attraverso i ripetuti appelli dati dai vari DPCM e anche dalla logica suggerita dal proprio cervello. “Qualche visita in questi luoghi farebbe bene a ognuno di noi. Serve più rigore, qualche ulteriore rinuncia adesso, forse, servirà a evitare un rovinoso lockdown dopo. I giovani siano responsabili”. Non trovo nulla di retorico in queste frasi dette da Giannini, tutt’altro! Sì, perché quando lui parla specialmente di visitare i luoghi del dolore per potersi rendere conto della gravità della sofferenza in questo momento di pandemia mondiale, si riferisce alla massima attenzione che ognuno di noi deve porre nel salvaguardare la propria salute e quella degli altri. Si rivolge ai giovani nel richiamarli a una maggiore sensibilità di atteggiamenti, ma, soprattutto, mette in evidenza la necessità assoluta di non fare cadere nell’oblio questa immane tragedia del nostro tempo. Lo ritengo un prezioso suggerimento, quello del direttore della Stampa, un umano sentire accorato che sfocia soprattutto nei momenti terribili in cui in ospedale ha avvertito il pianto e le grida di dolore dei ricoverati per Covid. Sono bastate 11 ore di ricovero al Policlinico Gemelli nel reparto Covid, per capire la crudeltà di questo virus. Un racconto dall’interno di quelle mura che ci trasmette l’oggettiva pericolosità, nel vedere aumentare l’accesso del numero dei malati in terapia intensiva. La sua è una testimonianza attenta in cui emerge la bravura del professionista ma anche il tratto di un uomo che altruisticamente mette al servizio degli altri la propria disavventura per coglierne i vari aspetti di riflessione profonda. Ospite in video collegamento di Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La 7, Giannini ha raccontato di avere girato tanto in questo periodo per lavoro e di avere preso tutte le precauzioni possibili. Tuttavia, questa esperienza l’ha sensibilizzato a consigliare tutti a: “Non dimenticare quello che abbiamo vissuto, perché se adesso non siamo in quella situazione, possiamo tornarci rapidamente se non facciamo attenzione”. Insomma, un editoriale del direttore della Stampa che si interseca tra giornalismo politico e momenti di alta sensibilità umana. E’ una narrazione del dolore in quel luogo dove anche i potenti diventano simili e fragili come tutti gli altri. Un raccontare la vita nei suoi molteplici aspetti umani, in cui troppe volte davvero emerge preponderante l’egoismo.
Salvino Cavallaro