Se vuole Dio, prima o poi il vaccino contro il Covid Sars 19 ci sarà e sarà liberatorio di mille problemi che riguardano in primis la salute dell’umanità e poi ciò che riguarda tutto il meccanismo sociale, politico, economico e finanziario che questo potente virus ha rivoluzionato trovandoci tutti impreparati. Ma il vaccino anti odio, anti violenza fisica e morale, ebbene, quello non ci sarà mai perché è da scoprire in una umanità dilaniata da una sempre maggiore voglia di sopraffazione dell’altro. E’ la lotta al nulla che acceca e inibisce il desiderio del dialogo. Già, il dialogo tra persone civili che terrebbe lontana la prepotenza e l’eccitazione provocata quasi sempre da futili motivi e da sostanze eccitanti ingurgitate per sentirsi forti e padroni del mondo. Un modo come un altro per allontanare il pudore di apparire fragili dinnanzi all’eterna insoddisfazione creata dalla mancanza di lavoro, di un futuro sempre più oscuro, che ha persino offuscato la limpidezza di progettare la propria vita: quella dei giovani in massima parte. Una sorta di deriva antropologica che fa capo a una disuguaglianza sociale quasi sempre infestata da storiche reminiscenze che ci raccontano di guerre, uccisioni, sopraffazioni che non ci hanno insegnato nulla. Si dice sempre: “Speriamo che il caro prezzo pagato con la vita spezzata di (questo o quello) faccia riflettere tutti affinché non accadano più certi orrori”. Macché, tutte parole al vento, perché passata quella tale storia, ecco che se ne presenta un’altra forse ancora peggiore. E allora dove sta il problema se non in noi e nell’incapacità di autodisciplinarci nel giusto tentativo di migliorare il mondo attraverso noi stessi? Il dilagare della delinquenza, poi, riconduce a più spiegazioni di carattere sociale e culturale che spesso convergono nella politica come alibi di un’Italia allo sbando. Forse è anche vero, ma che cosa sono i nostri governanti se non la rappresentanza del popolo e cioè di noi stessi? Non c’è soltanto il coronavirus che minaccia tutti noi in questa Italia che è una fetta del mondo, c’è tanto altro come la minaccia concreta di esalazioni malsane di violenza, che viene assorbita come droga nell’evanescente e subdola convinzione di risolvere tutte le nostre paure, le ansie e le angosce create dalle iniquità di un quotidiano difficile da vivere. Un rifugio ingannevole che lentamente porta all’estinzione di piccole ma concrete fonti di speranza nella costruzione di una vita migliore.
Salvino Cavallaro