Dura presa di posizione della FIAP, la Federazione Italiana Associazioni Partigiane, in merito ad una manifestazione filo-palestinese che si terrà a Messina nei prossimi giorni. «Apprendo dalla stampa – afferma il docente universitario Antonio Matasso, presidente del comitato provinciale della FIAP – che a Messina, come in altre città italiane, è stata organizzata un’iniziativa attraverso la quale, col pretesto della solidarietà alla causa palestinese, si intende chiedere sanzioni contro Israele e accusare tale paese di praticare una forma di “apartheid”. Gli organizzatori chiedono altresì di bloccare ogni collaborazione con il governo israeliano e di non vendere armi allo stesso: posto che noi della FIAP auspichiamo una moratoria universale sulla vendita di armi, vorremmo rilevare una contraddizione. Dai soggetti promotori, tra cui vediamo sigle sindacali, partiti ed associazioni che si dicono di sinistra, mai abbiamo sentito inviti ad applicare sanzioni o ad interrompere i rapporti dell’Italia con feroci dittature e autocrazie quali Cuba, il Venezuela, la Cina, l’Iran, la Siria o l’Arabia Saudita. Costoro auspicano invece il boicottaggio sistematico di Israele, che è l’unica democrazia in tutto il Medio Oriente, in cui i cittadini di origine araba eleggono propri rappresentanti in Parlamento e beneficiano di diritti e tutele impensabili nei paesi circostanti. L’attuale leadership israeliana – conclude Matasso – è di certo espressione della destra sovranista di Netanyahu e, personalmente, la ritengo dannosa per il paese e per la prospettiva di portare a compimento l’auspicata formazione di due stati sovrani e in pace tra loro, uno ebraico ed uno palestinese. Non credo però che sia giusto criminalizzare un intero popolo, al cui interno esistono tanti critici del governo attuale, e disconoscere la presenza di uno Stato democratico e di diritto in mezzo ad una serie di corrotte e violente satrapie medio-orientali».
La FIAP, che nel corso del mese di giugno ha omaggiato anche nel messinese le figure di Giacomo Matteotti e dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, sottolinea che lo Stato di Israele nacque pure grazie al contributo dei tanti antifascisti ebrei organizzati nella Brigata Ebraica, mentre il movimento nazionale palestinese era largamente schierato dalla parte di Hitler durante la Seconda guerra mondiale. Lo stesso attuale leader, Abu Mazen, che peraltro non risulta scelto da libere elezioni, si è laureato in Unione Sovietica con una tesi dal netto contenuto antisemita, in cui si minimizzava l’Olocausto e si affermava l’inferiorità biologica e sociale degli ebrei. Secondo la FIAP, che incarna la tradizione antifascista propria di socialisti e socialdemocratici, azionisti, repubblicani e liberali di sinistra, «le ragioni della sinistra e dall’antifascismo non stanno certo dalla parte di chi è severo con Israele, ma indulgente con le dittature e con sentimenti antisionisti ed antisraeliani che spesso nascondono un antisemitismo di fondo».