“Il nostro è un settore che il governo ha dimenticato. E ciò non è consentito”. Esplode la protesta dei titolari delle scuole di danza che a causa dell’emergenza Covid-19 si sono ritrovati non solo senza lavoro, ma soprattutto senza interlocutori a livello nazionale. E così hanno deciso di far sentire la loro voce operando in maniera collettiva. Dopo alcuni confronti, si è deciso di unire le forze e così è nata “AssoDanza”, un movimento che vuole rappresentare a livello nazionale gli interessi del mondo della danza.
“Grazie all’iniziale petizione presentata dal gruppo Danza e Sport Italia, un collettivo spontaneo che ha promosso con forza e dedizione l’iniziativa, è stato registrato un ampio successo di ascolto da parte di Governo e Istituzioni per dare vita a questa nuova associazione integralmente volta alla tutela del comparto Danza” – ha dichiarato Miriam Baldassari, di Roma, neoeletta Presidente dell’associazione all’unanimità. “AssoDanza Italia – ha proseguito – intende operare per ridefinire l’identità costitutiva delle scuole di danza, favorendo l’emersione dell’arte coreutica dal macro contenitore sportivo,che non ha saputo rappresentare le istanze specifiche del comparto debitamente afferente all’area dell’istruzione,della cultura,della salute”.
Non sono mancate anche le dichiarazioni da parte della maestra Venusia Grillo, (nella foto) coordinatrice per la regione Sicilia, dell’AssoDanza Italia e direttrice della scuola Danzanima di Milazzo :
“Tra i principali obbiettivi a breve termine vi è senza dubbio la soluzione delle problematiche del settore causate dall’emergenza Covid-19,ma non solo.Nel medio e lungo periodo puntiamo ad ottenere il riconoscimento della figura professionale dell’insegnante di danza e dell’autonomia delle scuole di danza, oltre all’istituzione di un trattamento retributivo/fiscale studiato appositamente per il comparto Danza, l’individuazione di un percorso univoco di certificazione delle competenze dell’Insegnate di Danza di base e la tutela dei diritti dei lavoratori del settore coreutico attraverso un rapporto di collaborazione specifico,perchè le nostre peculiarità sono per lo più incompatibili con lo sport”.
Giampaolo Petrungaro