Mes o Eurobond, questo è il problema

Ma che cosa sarà mai questo Mes e gli Eurobond che stanno creando tutto questo pericolo di disgregazione tra gli stati europei, proprio in un tempo di epocale fragilità economica? Gli Eurobond tanto richiesti dall’Italia, la Francia e la Spagna all’Unione Europea con l’approvazione di numerosi economisti della commissione europea, ma che viene respinta dai governi di Paesi come Germania, Paesi Bassi e Austria, sembra essere lo strumento finanziario più efficace per ottenere in tempi brevi una liquidità atta a risollevare il tessuto economico dei Paesi che sono stati messi in ginocchio dalla pandemia del Covid 19. Infatti, chi chiede l’emissione di Eurobond (chiamati per la circostanza coronabond) vuole sostanzialmente che sia istituito un nuovo tipo di debito pubblico come titoli di stato, che l’Italia venderebbe per ottenere denaro in prestito, il cui rimborso sia garantito non da un singolo stato ma da tutti i Paesi dell’euro. In fondo è il principio con il quale è stato fondato il patto europeo, in cui è stata sancita l’unione intesa come segno di aiuto economico verso i Paesi in difficoltà. Il Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) è invece il fondo salva stati, un’istituzione europea entrata in vigore nel luglio 2012 che si prefigge l’obiettivo di sostenere i Paesi che affrontano una crisi e rischiano il default. E allora perché il nostro Primo Ministro Conte sta lottando per ottenere dall’Europa l’emissione di Eurobond piuttosto che affidarsi al Mes?

Visto che per affrontare la pandemia e il suo impatto economico, ogni stato dovrà sostenere spese enormi con la certezza di indebitarsi, i leader di nove Paesi come Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Belgio e Slovenia, hanno chiesto lo scorso 25 marzo di lavorare su uno strumento di debito comune emesso da una istituzione dell’UE per raccogliere risorse sul mercato, sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli stati membri. Il punto contrastante è che non a tutti conviene raccogliere sulle stesse basi, proprio in quest’epoca di tassi negativi in cui un ipotetico Eurobond sarebbe sicuramente più basso rispetto a quelli pagati dai Paesi del Sud Europa.. Dunque, Stati come la Germania che è a basso debito pubblico, non ne trarrebbe vantaggio in quanto è in grado di vendere i suoi Bund a dieci anni con interesse negativo – 0.3%. Ciò vuol dire che i titoli tedeschi sono sicuri e per così tanto denaro messo in circolo, gli investitori sono disposti a perdere soldi pur di acquistarli. Strumenti finanziari e meccanismi che sono difficili da comprendere per chi come noi si occupa di altro nella vita, tuttavia, ci domandiamo dal punto di vista culturale se tutti questi calcoli di interessi patrimoniali dei singoli Stati che fanno parte dell’Europa, debbano emergere proprio nel momento epocale di un momento di crisi epidemica che coinvolge tutti indistintamente. E se qualche Stato come l’Italia è stata colpita maggiormente sotto l’aspetto economico e finanziario, all’Europa corre l’obbligo di aiutare a prescindere. Era proprio questo che pensavamo in maniera illusoria noi europeisti convinti. Ci siamo forse sbagliati? E’ la domanda che ci ripetiamo in questi giorni di storica confusione mentale in cui siamo assillati tra informazioni scientifiche relative allo stato di salute del mondo e quelle economiche e finanziarie che si moltiplicano in ambito di Stati che sono in ginocchio come l’Italia. Ma se veramente i vari calcoli derivanti da una situazione economica migliore di pochi Stati Europei che egoisticamente non intendono porre aiuto a chi sta peggio, possiamo proprio dire che il modello europeo ha fallito il suo primario senso di unione, tanto sbandierato ai quattro venti e non rispettato proprio nel momento del bisogno. Facile vantarsi di essere uniti quando le cose vanno bene! E’ nel momento del bisogno che si vede la reale forza delle persone. Lavarsene le mani è da Ponzio Pilato! L’UE lo capisca, non c’è Europa senza Italia!

Salvino Cavallaro

 

 

Articoli consigliati