I marittimi continuano a rimanere senza medico fiduciario e sono sempre costretti a rivolgersi alla sede di Messina con i disagi che è facile immaginare. Vano l’appello lanciato nei mesi scorsi anche dagli amministratori locali. Dopo la morte del dottor Carmelo Formica che svolgeva tale ruolo a Milazzo si è creato un vuoto perché la sede di Napoli non ha nominato il sostituto e non ha ancora pubblicato il bando per individuare la nuova figura. Una situazione che penalizza la città che è un porto interessato dalla presenza di tanti marittimi non solo locali ma anche quelli che imbarcano e sbarcano sulle petroliere e sulle navi commerciali e che necessitano delle certificazioni del medico della cassa marittima. In atto anche per un semplice malessere l’unica possibilità è fare ricorso alla Guardia medica o all’ospedale. Ieri a rilanciare la questione è stato il responsabile della “Stella Maris”, Matteo Di Flavia il quale ha posto anche un problema sicuramente da non sottovalutare specie in questi momenti, quello dei controlli dei marittimi che scendono in banchina dalle petroliere. «Ogni giorni ne accogliamo decine di diverse nazionalità – afferma Di Flavia – ma nessuno controllo se al momento dello sbarco stanno bene o hanno qualche problema di salute. Oggi per fronteggiare l’emergenza coronavirus si controllano aeroporti, stazioni ferroviarie e frontiere, ma i porti chi li controlla? Serve un medico che vada a bordo e controlli l’equipaggio e non pensare di risolvere il problema per via telematica. Non è possibile far correre rischi a chi opera nel porto».