“Dopo questo esilio” è il titolo dello short movie che conclude un percorso didattico a cura del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) diretto da Giovanna Messina e che si è svolto all’interno della casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto dove è stato proiettato e presentato alla presenza del magistrato di sorveglianza Francesca Arrigo.
Si tratta di un progetto, rivolto ad un gruppo di detenuti italiani e stranieri, che è stato strutturato come laboratorio didattico e al contempo attività esperienziale della durata di ottanta ore che si sono svolte da maggio a giugno scorsi.
«Sono rimasta profondamente colpita – ha detto il magistrato – dal lavoro svolto. Un buon esempio di cooperazione tra le varie aree dell’istituto». E la proiezione del filmato ha lasciato a bocca aperta davvero tutti. Breve e incisivo ha portato alla riflessione sul senso della vita molti dei detenuti presenti stimolati ad intervenire dalla dottoressa Monachino intervenuta in rappresentanza di Romina Taiani, direttrice della Casa Circondariale. L’iniziativa è una testimonianza di come il Cpia riesce a svolgere all’interno dell’istituto un eccellente lavoro educativo ed istruttivo. «Ci sarà – ha svelato Giovanna Messina – una seconda annualità del progetto che possa dare continuità al lavoro svolto». Durante questi mesi il regista Salvo Presti supportato dalla direttrice dell’area pedagogica giudiziaria Rosalia Biondo, accompagnato dalla tutor del Cpia Lucia Liggieri e con la determinante collaborazione della direzione della casa circondariale, degli agenti di Polizia penitenziaria e di tutti gli operatori ha diretto un racconto audiovisivo frutto di un lavoro sull’alterità dello sguardo, sul rapporto con la realtà, sulle dinamiche del sogno e dei ricordi. Dai cammini dolenti emerge luminosa la storia di Vito che racconta la sua “speciale” salvezza scoperta durante la reclusione.
Esilio. E’ questa la condizione che racconta il viaggio dell’anima, fermarsi a guardare il mondo che corre lì fuori, inabitato da domande e da senso ma che può diventare occasione di risalita, di luce inattesa. Lo short movie è momento conclusivo di un percorso didattico ma è soprattutto segno visibile di ulteriori narrazioni. «Il cinema – ha detto Salvo Presti – va vissuto come una riflessione sulla vita cha va dall’errore al riscatto».
Salvo Presti è specializzato in italianistica e dottore di ricerca in discipline filosofiche e simboliche. Filmmaker e autore indipendente. E’ stato regista presso la testata culturale della Rai, autore di cortometraggi e documentari. Ha curato la regia del docufilm “Luce verticale. Rosario Livatino. Il martirio” e la direzione artistica del Circuito del Mito, iniziativa della Regione Siciliana.
Le musiche utilizzate nel video sono tratte da “Sole Luna” di Livio Minafra e i brani di poesia sono tratti da “Cedi la strada agli alberi” di Franco Arminio.