CONSIDERAZIONI SULL’ABBANDONO SCOLASTICO

Da uno studio effettuato e pubblicato da una rivista specializzata per la Scuola è risultato che una elevata percentuale degli studenti iscritti negli istituti scolastici non consegue il diploma o la maturità perché abbandona la scuola nel corso degli anni.

Lo studio è stato fatto su un periodo di dieci anni ed è stato calcolato che in detto periodo oltre un milione e settecentomila studenti hanno abbandonato la scuola.

Sul quotidiano che riferiva della indagine venivano quantificati in  27 miliardi in dieci anni i costi dell’abbandono scolastico.

Senza dubbio si tratta di una cifra considerevole che può, nel clima attuale di caccia agli sprechi,provocare una riduzione delle spese per la scuola.

Il che sarebbe una iattura non solo per la scuola ma per tutta la nazione.

Non è stato precisato dal quotidiano se la indagine è stata estesa sui motivi dell’abbandono scolastico che possono essere molteplici e che non si possono catalogare semplicisticamente con cattiva voglia o mancata predisposizione allo studio.

Quanti hanno lasciato, pur avendone la voglia e la capacità di continuare, per difficoltà logistici per raggiungere la scuola e quanti,forse molti e in ogni caso non pochi,per difficoltà economiche delle famiglie ?

Perché gli studenti non  costano solo allo Stato ,ma costano in misura prevalente alle famiglie.

In un paese che ha sofferto una lunga crisi economica determinata o accresciuta da fattori internazionali a pagare lo scotto sono state le fasce più deboli tanto che è ormai opinione comune che è quasi scomparsa la borghesia,che, dal XIX secolo,era considerata come lo zoccolo duro della economia delle nazioni.

Certo non è facile recuperare tutti coloro che abbandonano la scuola come è pure difficile la soluzione del problema dei Neet.

Però mi pare che nessun politico abbia posto nella dovuta evidenza la gravità di tali abbandoni.

Intanto mi pare che dello approfondimento del problema potrebbero farsene carico le amministrazioni locali ( Comuni e Provincie) e cercare di individuare le soluzioni che possono variare da una regione all’altra.

Magari limitando inizialmente  sui più meritevoli che hanno lasciato per disagi economici.

Sogni di un idealista in una società che appare sempre più individualista ?

No ! Pragmatismo tendente a riportare la Scuola come problema primario  perché investire nella scuola e nella ricerca significa  investire sul futuro del paese.

Mi sembra pertinente ricordare il 3° comma dell’art.34 della Costituzione della Repubblica che testualmente recita :

“”I capaci e meritevoli,anche se privi di mezzi,hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.””.

Non credo che a distanza di 70 anni dalla approvazione della Carta Costituzionale il predetto articolo possa continuare a essere considerato come norma programmatica  di non immediata attuazione.

Luigi Celebre  

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