Se diminuirà l’astensionismo e quali percentuali raggiungerà in occasione delle elezioni politiche del 4 Marzo sono domande che mi pare non si siano posti i commentatori politici.
Ma chi sono gli astensionisti ?
Pur non essendovi elementi certi per classificarli e quantificarli una quota,quasi certamente, può essere attribuita ai delusi a seguito della “”fine delle ideologie””( ma sono veramente finite ? ),
della smobilitazione dei partiti con le loro sezioni e con i dibattiti su molti problemi,
della abolizione del voto di preferenza che consentiva alla BASE di scegliere candidati anche non troppo graditi ai leader di turno,dalla distanza sempre maggiore tra governanti ed i governati anche se a sproposito si sente parlare di “democrazia diretta”.
Vi è la possibilità che tali astensionisti avranno un ritorno di fiamma per la politica ?
Ed in tal caso verso chi rivolgeranno la loro scelta ?
Verso coloro che nella convinzione della loro indispensabilità hanno posto dei limiti di accesso alla ripartizione dei seggi ?
O verso quelle formazioni che hanno,in cinque anni di legislatura, limitato la loro azione in sterile opposizione ?
O indirizzeranno la loro scelta, in un anelito di democrazia pura,verso quelle formazioni che pur avendo un passato rispettabile sono a rischio esclusione a causa della legge elettorale ?
Se un movimento di opinione indirizzerà la scelta verso quest’ultima ipotesi quasi certamente costituirà il punto di partenza verso una inversione di tendenza contro la personalizzazione di un uomo solo al comando che si è rivelata dannosa.
Sogni di un laico con il culto del dubbio ? Forse . Certo è che la storia dei cambiamenti è stata scritta sempre dalle minoranze.
Luigi Celebre