La Sicilia viene suddivisa in due circoscrizioni elettorali per l’elezione della Camera dei deputati, come avveniva nella cosiddetta Prima Repubblica: Sicilia 1 (occidentale) e Sicilia 2 (orientale).
Alla circoscrizione della Sicilia occidentale (o Sicilia 1) sono assegnati nove collegi uninominali e 16 seggi plurinominali per l’elezione della Camera dei deputati (in totale sono 25 seggi).
Alla circoscrizione della Sicilia orientale (o Sicilia 2) sono assegnati dieci collegi uninominali e 17 seggi plurinominali per la Camera (in totale sono 27 seggi).
Per il Senato la Sicilia avrà a disposizione 9 seggi uninominali e 16 seggi plurinominali (per un totale di 25 seggi).
I nuovi collegi uninominali della Camera dei deputati per la Sicilia sono:
Sicilia 1 – 01 (Palermo, Capaci, Torretta, Isola delle Femmine e Ustica);
Sicilia 1 – 02 (Palermo centro);
Sicilia 1 – 03 (Palermo sud);
Sicilia 1 – 04 (Gela e la provincia di Caltanissetta);
Sicilia 1 – 05 (Bagheria e il versante orientale della provincia di Palermo);
Sicilia, 1 – 06 (Monreale e i Comuni dell’interno e del versante occidentale della provincia di Palermo);
Sicilia 1 – 07 (Agrigento);
Sicilia 1 – 08 (Trapani e Marsala: questo è il collegio più grande);
Sicilia 1 – 09 (Sciacca e alcuni Comuni dell’Agrigentino e del Trapanese).
Già da questa prima descrizione si capisce il papocchio che è stato ‘ammannito’. I Comuni – anche di province diverse – sono stati messi insieme con l’obiettivo, nemmeno troppo velato, di favorire alcuni schieramenti politici a danno di altri sulla base – come già sottolineato – dei risultati delle elezioni regionali della Sicilia.
Nella Sicilia orientale invece i nuovi collegi uninominali per la Camera sono:
Sicilia 2 – 01 (Messina);
Sicilia 2 – 02 (Barcellona Pozzo di Gotto);
Sicilia 2 – 03 (Enna);
Sicilia 2 – 04 (Acireale);
Sicilia 2 – 05 (Catania);
Sicilia 2 – 06 (Misterbianco);
Sicilia 2 – 07 (Paternò);
Sicilia 2 – 08 (Ragusa);
Sicilia 2 – 09 (Avola e una parte consistente della provincia di Siracusa);
Sicilia 2 – 10 (Siracusa e i Comuni limitrofi).
Adesso esaminiamo le ‘greppie elettorali’ per i candidati senza voti destinati a fare i ‘camerieri’ dei ‘capi’ dei partiti: parliamo dei collegi plurinominali con le solite liste bloccate.
Cominciamo con i seggi dei futuri parlamentari ‘nominati’ della Sicilia occidentale:
Il primo mega-collegio plurinominale unisce Palermo e Capaci con Palermo centro (Sicilia 1 – 02) e Palermo sud (Sicilia 1 – 03); questo mega-collegio eleggerà 4 parlamentari.
Il secondo mega-collegio plurinominale unisce i collegi uninominali della Camera di Trapani-Marsala (Sicilia 1 – 08), Monreale (Sicilia 1 – 05) e Bagheria (Sicilia 1 – 06); questo mega-collegio eleggerà sei parlamentari.
Il terzo mega-collegio plurinominale associa i collegi uninominali della Camera di Sciacca (Sicilia 1 – 09), Agrigento (Sicilia 1 – 07) e Gela (Sicilia 1 – 04); questo collegio eleggerà sei parlamentari.
Qui di seguito i seggi dei futuri parlamentari ‘nominati’ nella Sicilia orientale:
Il primo mega-collegio plurinominale è costituito dai collegi uninominali della Camera di Messina (Sicilia 2 – 01), Barcellona Pozzo di Gotto (Sicilia 2 – 02) ed Enna (Sicilia 2 – 03), con una popolazione totale di 823.275 abitanti; questo mega collegio eleggerà 5 parlamentari.
Il secondo mega-collegio plurinominale è costituito dai collegi uninominali Camera di Acireale (Sicilia 2 – 04), Catania (Sicilia 2 – 05) e Misterbianco (Sicilia 2 – 06), con una popolazione di 792.641 abitanti; questo mega-collegio eleggerà 5 parlamentari.
Il terzo mega-collegio plurinominale – al quale andranno 7 seggi – è costituito dai collegi uninominali di Paternò (Sicilia 2 – 07), Ragusa (Sicilia 2 – 08), Avola (Sicilia 2 – 09) e Siracusa (Sicilia 2 – 10).
Nella nuova legge elettorale lo sbarramento nella quota proporzionale è stato fissato al 3% su base nazionale: sbarramento che vale sia per la Camera, sia per il Senato, con l’eccezione delle liste relative alle minoranze linguistiche: per queste ultime la soglia è al 20% nella regione di riferimento.
In aggiunta alla soglia del 3% è prevista anche una soglia minima del 10% non per le coalizioni, ma per gli apparentamenti.
La differenza non è formale, ma sostanziale. Le coalizioni debbono avere programmi politici condivisi, gli apparentamenti sono semplici alleanze elettorali dettate dalla convenienza numerica.
Gli apparentamenti danno la possibilità di accedere a seggi se almeno una delle liste apparentate supera il 3%.