“E’ legittimo che il presidente voglia difendere cinque anni di governo in Sicilia. Ma non accettiamo lezioni di democrazia. Renzi e la classe dirigente del Pd, sottoscritto compreso, hanno posto le primarie al centro del nuovo corso”. Parla Davide Faraone sottosegretario alla Salute e guida dei renziani siciliani. Lo fa all’indomani della ‘minaccia’ del presidente della regione che vuole essere candidato o azzererà la giunta e torna a chiedere le primarie. Faraone, però, sceglie il Mattino, giornale di Napoli per esprimere la sua opinione politica.
“Le primarie furono proposte a Crocetta a suo tempo – ricorda il sottosegretario – gli chiedemmo la disponibilità per i primi di luglio, ma il governatore rifiutò: le avvertiva come una sorta di messa in discussione della sua avventura politica. Come può chiederle adesso a due mesi dalle elezioni, e senza la disponibilità dei partiti di coalizione?”
Per Faraone il tempo è scaduto e ribadisce che il candidato è Fabrizio Micari “Il Pd ha abbracciato un altro progetto, e sarebbe saggio pensare al bene del partito. La sua è una richiesta strumentale, un detonatore che mira a far esplodere la coalizione”.
Il sottosegretario poi contesta l’idea di Crocetta in base alla quale il progetto Micari sarebbe perdente: “Io credo che la candidatura di Micari sia viceversa di alto profilo perché rappresenta l’unica vera novità in campo per la vita politica dell’Isola. Un candidato eccellente, rettore di un’università importante come quella di Palermo, che rappresenta per giovani e precari siciliani un importante segnale di attenzione. Gli altri parlano di vento nuovo, ma Cancelleri è stato già candidato alle regionali, e Musumeci è al terzo tentativo. Non proprio due volti nuovi”.
Sulla scelta di Mdp di candidare Claudio Fava il sottosegretario, poi, nutre ancora delle speranze: “Il mio auspicio è che Mdp torni sui suoi passi. Erano stati loro stessi, insieme a Sinistra italiana, a proporre la candidatura di Micari nei colloqui con il sindaco Orlando. Ma hanno fatto retromarcia a causa di Alternativa popolare”.