Fino a qualche anno fa, l’ex cava che si staglia nel quartiere il Macello di Mazara del Vallo, in provincia a Trapani, era solo un’area dismessa e dimenticata. Oggi è tornata a nuova vita. Non si estrae più tufo, s’è trasformata in una factory della Cultura, dove si sperimentano nuove forme di rigenerazione urbana. Una scommessa possibile grazie alla tenacia di un gruppo di ragazzi nemmeno trentenni e al loro progetto Periferica, che insieme ad altri due, è risultato tra i vincitori del concorso di idee ‘Boom polmoni urbani’, ideato dal M5s e promosso insieme alla Cultural Farm Park di Favara (Ag) per sostenere nuovi modelli di sviluppo urbano e finanziato con parte delle indennità dei 14 deputati siciliani all’ars, che hanno creato un fondo e stanziato per ciascun progetto un finanziamento massimo di 120 mila euro, da erogare in tre tranche annuali, a fondo perduto.
L’ex cava così s’è trasformata in luogo dove si realizzano festival, workshop, laboratori insieme a associazioni, università e imprese, mirati alla produzione di progetti d’architettura, allestimenti urbani e piani di comunicazione per ricreare una prefissata area. Il secondo step, sarà provare a trasformare l’intera area di circa 3 mila metri quadrati, composta da una cava di tufo di 2500 e un ex asilo degli anni ’80, in un parco Culturale. “Periferica è un progetto di rigenerazione urbana nato 2013 – racconta Carlo Roccafiorita, mazarese e studente di architettura a Ferrara – nella periferia di Mazara del Vallo per ripensare gli spazi dismessi delle città con un percorso partecipato che mettesse insieme università, associazioni ed imprese; abbiamo iniziato con workshop, laboratori e interventi di riqualificazione in alcuni spazi dimenticati, poi in un secondo momento abbiamo pensato un format, che diventasse un appuntamento annuale. Il progetto s’è trasformato così in un festival, che abbiamo organizzato nell’ex cava, dove elaborare e sperimentare anche i progetti”. Per realizzarli servivano anche i fondi. “E’ stato allora – aggiunge – che abbiamo deciso di avviare, prima, un campagna di found raising, e poi di partecipare a quanti più bandi possibile per cercare di avere qualche finanziamento e per fortuna è arrivato Boom, abbiamo vinto e con i fondi siamo riusciti a muovere i primi passi”. Adesso l’ex cava ospita una foresteria con nove posti letto, un coworking con otto postazioni, aree food, si organizzano laboratori e workshop.