“Atto criminale” l’ha definito il presidente Crocetta, l’incendio che ha messo sotto torchio Cefalù in località Cozzo Sant’Elia. Alte fiamme alimentate da un forte vento di scirocco ha raso al suolo una vasta zona di due ettari di macchia mediterranea con ginestre e varie piante, mettendo in pericolo anche alcune abitazioni che si trovavano lungo il percorso interessato. Subito in arrivo i Vigili del Fuoco, il Corpo Forestale del distaccamento di Lascari e volontari della protezione civile con alcuni agenti della Polizia, che hanno dovuto chiedere anche l’intervento dei canadair che già dalla mattinata hanno iniziato ad effettuare i lanci.
Agli occhi di tanta gente è venuto il ricordo della fiamme dello scorso anno quando le colline di Cefalù sono state avvolte da uno scempio totale e da un dramma che certamente gli abitanti potranno dimenticare, e certamente quello di oggi seppur in condizioni minori ricorda la forza devastante della natura quando mette in campo l’atto devastatrice. Forza che certamente oltre alle alte temperature rientra nella mano piromane dell’uomo che scaturisce per tanti motivi che certamente devono essere valutate e non possono esimersi da condanne.
Fiamme che sono sotto gli occhi dei turisti che affollano Cefalù in questi giorni e assistono increduli alla devastazione di un patrimonio, con i canadair che sorvolano il cielo offuscato dal fumo e con un incendio che è stato spento attorno le 14.30. Tante le soluzioni e tanta la responsabilità di tutto questo, con problemi organizzativi nel preventivare il territorio con viali parafuoco l’impiego a tempo debito di forestali che si trovano a casa in attesa dell’imput del governo regionale che deve dare l’avallo per adoperare tutti i forestali in forza, ma forse li si avvieranno quanto il fuoco avrà fatto il suo lungo cammino……
Antonio David