In ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera siciliana è stato avviato l’iter procedurale di messa in atto del sistema, che già da domani la rete passerà sul tavolo della commissione Salute all’Ars, a cui seguirà il decreto dell’assessore. Per il 4 aprile, come già annunciato, è invece già fissata l’ultima, decisiva riunione. “Sono gli ultimi passi – dichiara l’assessore alla Salute Baldo Gucciardi – e poi finalmente potremo dare la nuova rete alla Sicilia. Sono stato testardo, ma ero convinto che la Sicilia non potesse restare in quelle condizioni. Il lavoro compiuto ci permetterà di potenziare, tra le altre, la rete oncologica, quella della neuroriabilitazione grazie alle eccellenze del Bonino Pulejo la rete delle malattie infettive e quella dell’infarto. Adesso, non ci resta che attendere fiduciosi”.
A questo farà seguito l’iter per sbloccare, come ha spiegato il sottosegretario alla Salute Davide Faraone, dapprima le stabilizzazioni e le mobilità e concorsi, ma si dovrà attendere almeno l’estate, se non il primissimo autunno. Per quanto riguarda le strutture gli hub da otto diventano sette. Per il resto, a Palermo rimangono come macro-strutture quelle dell’Arnas Civico e del Policlinico. Mentre gli spoke crescono da 18 a 22. La modifica nella categoria degli ospedali di massime dimensioni riguarda Palermo: Villa Sofia-Cervello, inizialmente indicato come Dea di secondo livello, scende al primo livello. Al momento, infatti, le due strutture, troppo lontane per entrare nella categoria degli ospedali riuniti, mantengono la forma attuale.
Salvo il “Giglio” di Cefalù confermato Dea di primo di livello, così come l’Ingrassia. Restano quindi, come “presidi di base” solo gli ospedali di Partinico e Termini Imerese, mentre vengono confermati come presidi in zone disagiate quelli di Corleone e Petralia Sottana. Su quest’ultimo rimangano invane le richieste fatte dal territorio sulla precarietà dei reparti e alla mancanza di un’ortopedia indispensabile per le Madonie, visto che ci si deve spostare a Cefalù o Temini, così come il punto nascite che rimane ancora una situazione di stallo , pur sapendo che il problema è reale e le difficoltà per le partorienti rimangono tali. Un’emergenza che non trova soluzione visti i tanti interpelli che sono stati fatti sia al ministro Lorenzin che alla Regione Sicilia , che tutt’oggi si scambiano delle colpe, che purtroppo….il popolo non ha !
Antonio David